Gasperini: «Non mi sono mai piaciute le cinque sostituzioni, è quasi pallacanestro»
In conferenza: «Prima emergevano i cali fisici e quindi la preparazione migliore o peggiore. Mi piaceva di più quando si trattava di selezione e resistenza nei 90 minuti. Inter e Napoli? Hanno qualcosa in più di noi»

Dc Roma 31/07/2025 - amichevole / Roma-Cannes / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Gianpiero Gasperini
Gian Piero Gasperini è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della sfida di San Siro contro il Milan che si giocherà domani. Di seguito un estratto significativo del suo lungo intervento ai giornalisti.
Gasperini: «Inter e Napoli hanno qualcosa in più rispetto a noi»
Dybala ha giocato 4 partite giocate tutte per molti minuti. Che cosa ha aggiunto alla Roma?
«No, ma i problemi di Paulo sono sempre stati gli infortuni, soprattutto recentemente. Diversamente lui ha tutte le qualità, non solo tecniche che sono riconosciute, sicuramente di tiro, ma non solo. Ma lui anche, per quello che riguarda la resistenza, la tenuta fisica, lui ha fibre di alto livello. Altrimenti non riesci a raggiungere traguardi così importanti, se anche dal punto di vista non solo tecnico, ma anche atletico e fisico, non hai delle qualità assolute. Sicuramente, si sta allenando molto bene. Probabilmente prima c’erano dei momenti in cui si doveva allenare meno perché aveva sempre qualche problema. Adesso lui ha superato in questo momento, anche psicologicamente, le sue difficoltà.
Crede di poter raggiungere nuovamente certe velocità, certi spunti, certe capacità di tirare anche un po’ più forte. Però è tutta roba del suo bagaglio, la stiamo tirando fuori, almeno. Io vorrei che per lui fosse una stagione veramente di quelle importanti. C’è bisogno solamente di continuità. Poi è un giocatore ancora che ha un’età oggi, i giocatori sono ben allenati, possono giocare anche più avanti negli anni. Lui non è così vecchio, assolutamente. Per certi aspetti è nel momento anche migliore della maturità calcistica. Deve avere dentro di sé proprio la voglia di fare una stagione di quelle che ha fatto qualche anno fa».
Domani si gioca la decima giornata: forse è presto per parlare di sfida Scudetto, ma Roma e Milan stanno dimostrando di essere qualcosa in più di semplici outsider. Cosa teme in particolare della squadra di Allegri?
«Io non partecipo a queste discussioni su scudetto o Champions, ognuno è libero di trarre le proprie considerazioni. In questo momento penso solo alla Roma e a come si rapporta con una squadra come il Milan. Entrambe hanno avuto un’ottima partenza. Gli altri obiettivi e i discorsi più ampi li lascio volentieri ad altri. È chiaro però che Inter e Napoli sono partite con i favori del pronostico e hanno qualcosa in più. Il nostro obiettivo è misurarci con loro: lo abbiamo fatto con l’Inter e abbiamo disputato un’ottima prestazione, ora ci misureremo a San Siro con il Milan, una squadra di grande valore che quest’estate ha inserito giocatori molto importanti. È una bella occasione per noi, una di quelle partite che ti fanno crescere».
Questa è una squadra ancora alla ricerca della sua migliore versione o, avendo tante soluzioni, sarà così fino alla fine della stagione?
«A me non sembra che ci sia tutta questa diversità. Difesa e centrocampo sono abbastanza stabili: la difesa è quella, il centrocampo è quello, anche gli esterni sono sempre gli stessi. Davanti, invece, c’è stata un po’ più di varietà, anche per necessità. All’inizio Dybala e Bailey non c’erano. Recuperandoli, Dybala lo abbiamo rivisto bene solo da due settimane, mentre Bailey lo stiamo ancora inserendo. Soulé ha dato più continuità, ha giocato praticamente sempre. Uno dei miei obiettivi iniziali era dare solidità e continuità a un nucleo di squadra, e poi inserire gradualmente gli altri. È quello che sta avvenendo.
È chiaro però che abbiamo bisogno di risultati: per questo, anche se mi piacerebbe cambiare di più, bisogna tenere equilibrio. Durante la partita, invece, i cambi li faccio quasi sempre tutti. Non mi sono mai piaciute le cinque sostituzioni: da dopo il Covid è un altro calcio. Però mi sono adattato. Non mi piacciono perché tolgono il calo fisico naturale: una volta, nel finale, emergevano le differenze di condizione. Ora con cinque cambi cambi mezza squadra. È quasi basket. A me piaceva di più quando era una questione di resistenza e di selezione nei novanta minuti. Ma le regole sono queste, e pur non piacendomi, le utilizzo praticamente sempre».
Sia lei che Allegri avete un’esperienza longeva in Serie A: quanto aiuta questo in termini di lucidità nei momenti più delicati delle partite?
«Speriamo aiuti sempre. Non lo so, ma è chiaro che se hai molte partite alle spalle fai una grande esperienza. Però l’esperienza conta e non conta, almeno nel nostro caso di allenatori. Ogni anno è un campionato diverso e ogni partita è una lettura diversa. Quest’anno è un campionato più equilibrato di altri, dove anche le squadre di medio-bassa classifica possono creare problemi a tutte. Ci sono più partite dentro la stessa partita: nel primo tempo, nel secondo e nel finale. Gli episodi le cambiano, quindi devi essere sempre molto attento a fare le letture giuste».











