Bologna che, almeno per qualche ora, tremare il mondo fa

Dopo la vittoria a Udine sono primi in classifica: i rossoblù di Italiano fanno sognare una città intera come accadeva negli anni 30 e con Bulgarelli

Bologna

1968 archivio Storico Image Sport / Bologna / Giacomo Bulgarelli / foto Aic/Image Sport

Il Bologna di Vincenzo Italiano non si ferma più. Dopo la bella vittoria al Dall’Ara contro il Napoli, i rossoblù hanno confermato il loro momento d’oro anche in trasferta, travolgendo l’Udinese per 3-0. Tommaso Pobega e Federico Bernardeschi, protagonisti inaspettati della serata, hanno firmato le reti che hanno spianato la strada a una squadra ormai solida e concreta. Seconda vittoria consecutiva e secondo clean sheet di fila, numeri che raccontano di un gruppo che gioca compatto, aggressivo e con grande intensità, capace di esprimere talento anche grazie al lavoro dei cosiddetti gregari.

Bologna una squadra da primato in classifica

Al termine di 12 giornate, il Bologna può vantare numeri da grande squadra: 7 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte, con 21 gol segnati (secondo miglior attacco del campionato, dietro solo all’Inter a quota 26) e appena 8 gol subiti (terza miglior difesa, dietro Roma 5 e Como 6). I rossoblù hanno creato 102 occasioni da gol, recuperato 552 palloni e subito 188 falli. Statistiche che raccontano di una squadra aggressiva, capace di pressare alto e ripartire velocemente, limitando i pericoli in fase difensiva e liberando al meglio il talento in attacco.

Almeno per qualche ora, i rossoblù sono in vetta alla Serie A a quota 24 punti, insieme a Inter e Roma (che devono ancora giocare). Un risultato che sembrava impensabile a inizio stagione e che certifica la solidità di un progetto costruito con metodo e convinzione. Italiano non ha cercato scorciatoie: ha puntato sui giovani, ha valorizzato talenti come Castro, Dallinga e Dominguez e ha mantenuto alto il ritmo della squadra, facendo della pressione e del recupero palla immediato le armi principali dei suoi ragazzi.

Sono in pochi quelli che ricordano gli scudetti del 1936, 1937, 1939, 1941, molto prima di Basket City, molto prima che la squadra rossoblù navigasse tra A, B e C. Sono in tanti che ricordano “Bologna che tremare il mondo fa” un soprannome del Bologna Football Club della metà degli anni ’30, un periodo di grande successo. Questo periodo d’oro fu fortemente influenzato dal tecnico ungherese Arpad Weisz, e fu caratterizzato da campioni del calibro di Angelo Schiavio, Raffaele Sansone e Amedeo Biavati. Sono in pochi che ricordano il fatto che il Bologna è stata la prima squadra italiana a battere una squadra inglese, il Chelsea nel 1937. L’ultimo scudetto nel 1964 con Bernardini e Bulgarelli

E online si legge: “Non svegliateci dal sogno: il Bologna è primo in classifica”La vittoria della Coppa Italia dello scorso anno solo un antipasto.

Correlate