Osimhen alla Finanza: «Non capivo niente di cosa dicesse De Laurentiis con Giuntoli, parlavano in italiano»

Repubblica riporta le sue parole: «Ero arrabbiatissimo con il Lille e il mio agente, non ero riuscito a vedere mio padre prima che morisse. Ma dovetti andare lo stesso a Capri per incontrarli»

Osimhen stellini

Ar Udine 06/05/2024 - campionato di calcio serie A / Udinese-Napoli / foto Andrea Rigano/Image Sport nella foto: esultanza gol Victor Osimhen

Osimhen alla Finanza: «Non capivo niente di cosa dicesse De Laurentiis con Giuntoli, parlavano in italiano»

Il quotidiano la Repubblica riporta le dichiarazioni di Osimhen alla Guardia di Finanza in merito all’inchiesta sul contratto che lo legava al Napoli.

Riporta Repubblica:

«L’agente che avevo prima (Jean Gerard, ndr) mi aveva manifestato un serio interesse del Napoli, ma era interessato solo al mio trasferimento e non alle condizioni di salute di mio padre. In quel periodo non avevo la testa per pensare al calcio, volevo solo sapere come stava lui», ha raccontato Osimhen alla Guardia di Finanza, in qualità di persona informata sui fatti in relazione all’inchiesta sulle plusvalenze fittizie degli azzurri. «Mi chiamò Gerard per incontrarlo a Nizza. C’erano anche Luis Campos e il presidente del Lille, Gerard Lopez. Mi dissero che mi sarei dovuto trasferire al Napoli, che c’era già un accordo di massima e che, causa pandemia, per il Lille era una buona opportunità. Ma io non ne sapevo nulla».

In quegli stessi giorni si consuma la tragedia. «In seguito alla morte di mio padre ero arrabbiatissimo con il Lille e il mio agente, perché non ero riuscito a vederlo prima che morisse. Addirittura, mi dissero che sarei dovuto partire il giorno dopo a Napoli, senza nemmeno il tempo di realizzare la morte di mio padre». «Per rispetto del presidente del Lille andai comunque a Napoli, ma non avrei firmato nulla. Incontrai l’allenatore, che mi spiegò il progetto, e il giorno dopo De Laurentiis a Capri. Mi parlò della città e della società, ma io non capivo cosa dicesse con Giuntoli perché parlavano in italiano. Mi chiese se avessi visto il contratto, ma io non avevo ricevuto nulla».

«Rientrato in albergo, chiesi al mio agente la bozza del contratto. Mi disse che non l’aveva. Io mi meravigliai perché il presidente mi aveva detto il contrario. Alla fine, mi mostrò un foglio, uno pseudo accordo con il Napoli. Mi arrabbiai e volli tornare in Francia. Chiesi a Lopez una settimana di riposo e andai a Parigi. Poi, tornato a Lille, decisi di interrompere il rapporto con quell’agente».  

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