Fognini difende Sinner: «Scelta più che comprensibile»

Rispondendo a un tifoso su Instagram: «Da giocatore capisco la sua decisione di finire al meglio il 2025 e prepararsi per i veri obiettivi che ha del 2026. Avrà altre cento opportunità di portare in alto la nostra amata bandiera»

Volandri Fognini

Db Bologna 16/09/2022 - Coppa Davis / Italia-Argentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Fabio Fognini-Simone Bolelli-Filippo Volandri

Anche Fabio Fognini ha espresso il suo punto di vista sulla mancata disponibilità di Jannik Sinner all’Italia per le Finals della Coppa Davis 2025. L’ex tennista ligure lo ha fatto su Instagram rispondendo direttamente alla domanda di un tifoso.

Le parole di Fognini sul “caso” Sinner

Ecco cosa ne pensa Fognini della vicenda:

«Penso che sia più che comprensibile. Da giocatore capisco la sua decisione di finire al meglio il 2025 e prepararsi per i veri obiettivi che ha del 2026. Ha 24 anni e sicuramente avrà altre cento opportunità di portare in alto la nostra amata bandiera».

Leggi anche: Curioso che tanti italiani abbiano scoperto il tricolore grazie a Sinner (Libero)

Sinner ha ragione, come avevano ragione Federer, Nadal e Sampras (Messaggero)

Sinner? Ha ragione ad aver rifiutato le Finals di Coppa Davis perché la Coppa non è il Mundial. Lo scrive il Messaggero con la firma di Guglielmo Nappi

Perché Sinner ha ragione

“Il tennis è uno sport individuale che negli ultimi due-tre decenni ha esasperato questa caratteristica. Il sogno di qualsiasi tennista professionista, e Sinner è tra questi, (parliamo di 1.500 giocatori che frequentano il circuito Pro) oggi è quello di vincere uno Slam, non certo portare a casa l’Insalatiera. E questa è una delle ragioni per cui la gloriosa ma polverosa Davis vecchio formato – nel 76 vinta in Cile da Panatta, Barazzutti, Bertolucci, Zugarelli e capitan Pietrangeli – ha sempre più perso valore. Qualche numero ci aiuta a capire meglio: Federer nella sua irripetibile carriera ha giocato 40 singoli di Davis su un totale di 1.526 partite, meno dell’1% del totale. Nadal è riuscito a far peggio, scendendo in campo 29 volte a fronte di 1.308 incontri totali. Di Pete Sampras, leggenda anni 90 e 2000, si ricordano appena 28 apparizioni. Ed è stata proprio la disaffezione dei big a portare l’Itf a rivedere le regole, abbandonando la formula dispendiosa delle partite al meglio dei 5 set e condensando tutto in un mini-torneo finale”.

Jannik vuole tornare in vetta al Ranking Atp

“Il calendario maschile è talmente compresso da costringere i giocatori a gestire le forze al meglio. Jannik ha un solo grande obiettivo: tornare in vetta al ranking Atp. Per riuscirci deve fare bene alle Finals (che per inciso si giocano in Italia) e agli Australian Open di gennaio, due eventi nei quali è campione uscente con un tributo pesante di 2.500 punti in uscita. Alcaraz, l’eterno rivale, ne scarterà appena 600 con la possibilità di incrementare i 1.300 di vantaggio che già oggi ha nel ranking. Tutto questo si traduce in una pressione enorme sul nostro giocatore evidenziata dai crampi di Shanghai con conseguente ritiro.

Ecco perché non può essere messa in discussione la scelta del team di fermarlo. Per regalargli una settimana in più di riposo quando all’orizzonte ci sono Open di Australia e una preparazione durissima a dicembre. È lo stesso team che lo ha guidato al trionfo leggendario di Wimbledon grazie al quale ha conquistato le prime pagine di tutto il mondo. Ecco, può piacere o no, ma il tennis di vertice oggi è questo. Il vero sforzo è cambiare la nostra mentalità “calcistica” e comprendere che il vero orgoglio nazionale non è rispondere alla convocazione di Volandri, ma avere un italiano che trionfi a Melbourne come a Londra e guardi dall’alto il rivale spagnolo. Con buona pace di chi ricorda con nostalgia racchette di legno, trasferte a Maceiò e tv in bianco e nero”.

Correlate