Vinicius è considerato il responsabile degli insulti razzisti. Il prossimo sarà Yamal (El Paìs)
"Il dibattito pubblico si concentra su ciò che i giocatori fanno o non fanno per provocarli, se non meritarli"

Al Madrid 31/08/2025 - Liga / Rayo Vallecano-Barcellona / foto Alfaqui/Image Sport nella foto: Lamine Yamal
Il razzismo da stadio in Spagna è sempre un tema caldissimo (e affrontato seriamente dalle autorità spagnole). Ma, scrive El Paìs, “il nostro calcio non solo non impara, ma sembra disimparare a un ritmo rapido”.
“C’è stato un tempo in cui le cose sembravano migliorare. Venivamo da anni diabolici in cui la maggior parte dei gruppi di ultras portava ogni sorta di simbolo nazista negli stadi, insultava sconsideratamente i calciatori neri e ricorreva alla violenza fisica senza scrupoli o sensi di colpa. In alcuni casi, non pochi, gli ultras godevano del sostegno esplicito dei loro club, che li coccolavano con biglietti omaggio, viaggi negli stadi avversari e persino strutture all’interno dello stadio stesso per custodire il loro vasto arsenale di odio e deterrenza. Tutto questo è finito, almeno in teoria, ma ciò che traspare dai nostri stand oggi sta iniziando a diventare altrettanto preoccupante, soprattutto se ci concentriamo sul livello di comprensione, se non di impegno, che questo tipo di comportamento sembra trovare tra coloro che dovrebbero denunciarlo senza alcuna obiezione”.
“Vinicius, ad esempio, è ancora considerato il responsabile ultimo degli insulti razzisti che continua a ricevere in vari luoghi, e di questo passo, lo stesso accadrà presto a Lamine Yamal. Sta già accadendo, in effetti, ma il dibattito pubblico sembra concentrarsi su ciò che i giocatori coinvolti fanno o non fanno per provocarli, se non meritarli, mentre l’ondata di odio e tensione diventa sempre più grande, sempre più incontrollabile”. La violenza non cesserà finché continueremo a credere che il problema siano gli altri”.