Thiaw al Newcastle sarà pure un affare ma serviva al Milan, dell’aspetto tecnico non si parla più (Ordine)
Al Corsport: “se il Milan continua a cambiare dai 10 ai 12 calciatori a sessione di mercato, risulta complicato strutturare una squadra”. E infatti col Chelsea ha preso due gol in otto minuti

Mp Firenze 04/03/2023 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Milan / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Malick Thiaw-Arthur Cabral
Malick Thiaw lascia il Milan e va al Newcastle per 40 milioni di euro. Per tutti un affare. Per Franco Ordine no, o almeno non è solo un affare. Ne scrive per il Corriere dello Sport. Un ragionamento confermato dal campo: il Milan sta perdendo 2-0 col Chelsea e ha subito due gol nei primi otto minuti di partita.
“La news non è di quelle che passono passare sotto silenzio. Malick Thiaw, tedesco, difensore centrale, 24 anni appena compiuti, è in partenza per Newcastle alla cifra, notevolissima, di 40 milioni complessivi (adesso anche i ragionieri del web sommano la parte fissa ai bonus di facile raggiungimento, con Reijnders – 55 più 17 – sono stati un po’ restii; ndr).”
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Prosegue Franco Ordine: “Il mio personale punto di vista è diverso e provo a spiegarne la ratio partendo dal giudizio che proprio Max Allegri aveva firmato dopo aver allenato per 2-3 settimane Thiaw a Milanello.
Non discuto l’affare sotto il profilo economico. Anzi, per dirla tutta, sul punto osservo che mai in passato il Milan americano è stato cosi pronto e capace di cedere al meglio i propri calciatori. E se questa caratteristica comincia a emergere con l’avvento di un ds esperto come Tare (prima di Thiaw, la cessione di Emerson Royal in Brasile è un piccolo capolavoro) non è una banale coincidenza.”
Troppo turnover può frenare la crescita
Ordine evidenzia, poi, i rischi tecnici di un turnover troppo massiccio: “Discuto quindi l’aspetto tecnico in un senso che sembra sfuggito ai più. E cioè: se un team, come il Milan, continua a cambiare, durante ogni sessione di calciomercato, dai 10 ai 12 calciatori in rosa con un turnover così massiccio, risulta complicato strutturare una squadra che è fatta anche di conferme, di gente che conosce perfettamente idee e schemi dello staff tecnico e che ‘stanno bene insieme’ come ebbe a svelare Ambrosini parlando del Milan di Ancelotti.”