La lotta dei sostenitori Lgbtq+ a Washington: “l’amministrazione Trump ci preoccupa” (L’Équipe)
Lo sport diventa un atto di resistenza alle nuove norme. «Alle partite femminili non mi insultano chiamandomi frocio», racconta Jake di 202 Unique.

US President Donald Trump gestures during the award ceremony for the FIFA Club World Cup 2025 Champions, following the final football match between England's Chelsea and France's Paris Saint-Germain at the MetLife Stadium in East Rutherford, New Jersey on July 13, 2025. (Photo by ANGELA WEISS / AFP)
La comunità Lgbtq+ negli Stati Uniti sta vivendo una crescente repressione sotto l’amministrazione Trump, con misure restrittive e un clima sempre più ostile. In risposta, negli stadi di Washington si intensificano proteste e iniziative per garantire sicurezza e solidarietà.
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Lotta e repressione, la comunità Lgbt Usa attaccata da Trump (L’Équipe)
Secondo quanto riportato da L’Équipe, la nuova amministrazione americana ha adottato una serie di misure contro la comunità transgender, scatenando forti reazioni e una mobilitazione anche negli ambienti sportivi, come testimoniano i gruppi ultras Lgbt presenti all’Audi Field di Washington.Decreti che vietano alle donne transgender di partecipare alle competizioni femminili, blocco dei finanziamenti per la ricerca sulle persone trans, esclusione dall’esercito, cancellazione dei programmi per la diversità…
“Ma la sponda sinistra del Potomac, dove si trovano tutti i centri del potere a Washington, ospita anche uno spazio di contestazione: l’Audi Field, lo stadio dove giocano i club D.c. United (Mls, campionato maschile) e Washington Spirit (Nwsl, campionato femminile). A ogni partita, la curva nord ospita ultras Lgbt.
«Abbiamo creato questo gruppo perché non siamo tifosi di club di una città come gli altri», spiega Jake Didinsky, cofondatore di 202 Unique. «Ma il nostro obiettivo non era stare sotto i riflettori, piuttosto far parte del collettivo dei gruppi di tifosi. Non consideriamo il nostro orientamento o la nostra identità sessuale come un problema politico o sociale. È il nostro modo di vivere. Questo è il principio che ha guidato la nostra nascita». «Pensiamo che l’amministrazione Trump incoraggi le peggiori pulsioni delle persone e il peggio dell’umanità a manifestarsi».
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Proteste, paura e sostegno
Come racconta L’Équipe, negli stadi di Washington lo sport diventa atto di resistenza per la comunità Lgbtq+, tra proteste simboliche e impegno concreto contro un clima politico sempre più ostile:
“Durante le partite del Washington Spirit, la protesta si manifesta durante l’inno nazionale americano, suonato prima di tutte le competizioni sportive del paese. Molti tifosi si inginocchiano, gesto iniziato dal calciatore americano Colin Kaepernick per denunciare il razzismo e la violenza della polizia contro le minoranze. Meredith Bartley, capo esuberante del Spirit Squadron, principale gruppo di tifosi della squadra femminile, dice che in questo momento non può «essere patriota. Stiamo cercando di rendere la nostra curva più sicura a causa della situazione politica. Stiamo conducendo una campagna per far sapere alle persone trans che qui sono al sicuro.»
Leslie Mojica, responsabile delle relazioni con i tifosi, spiega che il club tiene molto a far sentire bene le persone Lgbtq+ durante le partite, sia in curva che nel resto dello stadio. Il club vuole fare da esempio: «Siamo sempre sotto osservazione, sia per la squadra che non. Il fatto che siamo il Spirit di Washington, nella capitale del paese, e che abbiamo gruppi Lgbtq+, che facciamo sentire queste voci e sosteniamo questa comunità, mostra come altre squadre nel paese dovrebbero fare lo stesso.»