Costacurta: «Oggi in tv funzioni se sei divisivo. Acerbi in Nazionale per orgoglio ha tradito i compagni, inaccettabile»

A Repubblica: «sembra un obbligo schierarsi in partiti: giochisti, risultatisti e altro ancora. Mi rivedo in Beukema. Le griglie? In prima fila Napoli, Milan e Inter»

Costacurta Nazionale

Costacurta: «Oggi in tv funzioni se sei divisivo. Il no di Acerbi alla Nazionale non l’ho digerito, ha tradito i tifosi»

Alessandro Costacurta intervistato da Repubblica. Parla del campionato e del suo novo ruolo di opinionista.

Il Milan si è affidato alla coppia Allegri-Tare.
«Max a volte è un po’ troppo prudente ma è uno dei migliori allenatori al mondo, un vincente. Il Milan più che fare spettacolo deve ritrovare risultati, lui è la persona giusta. Con Tare sono già la coppia più solida della serie A».

Tra i nuovi arrivi, chi la stuzzica di più?
«Credo molto in Beukema, il centrale preso dal Napoli. Mi rivedo in lui, può diventare con Conte un difensore straordinario. Però non posso non citare anche De Bruyne e Modric, sono curioso di capire che impatto avranno».

La Nazionale andrà al Mondiale 2026?
«Le possibilità ci sono, e come guida nessuno è più adatto di Gattuso per la sua capacità di creare un gruppo forte, trasmettere i messaggi giusti. Ma i calciatori devono ritrovare l’entusiasmo di vestire l’azzurro. Per noi l’Italia era unica, oggi non è così. C’è ancora chi ci mettel’anima, però alcuni rifiuti non li ho proprio digeriti».

Costacurta, Acerbi e il suo ruolo di opinionista in tv

Si riferisce ad Acerbi e al suo no prima di Norvegia-Italia?
«In particolare a lui, sì. Ce l’aveva con Spalletti ma doveva andare in Nazionale, giocare e poi mandarlo a quel paese il giorno dopo. Luciano al suo posto è stato costretto a mettere in campo un esordiente. Per orgoglio Acerbi ha tradito i tifosi azzurri e i suoi compagni che avevano bisogno di lui. Non si fa con la Nazionale, è inaccettabile». 

Puntare sulla sua dialettica in tv, dove è apprezzato opinionista a Sky. Come è cambiato nel tempo il modo di raccontare il calcio?
«Oggi funzioni se sei divisivo, sembra un obbligo schierarsi in partiti: giochisti, risultatisti e altro ancora. Io cerco sempre di essere libero ed equilibrato. Mi attaccano perché critico il Milan, ma lo faccio perché lo amo. Alcuni tifosi milanisti pensano che parli per partito preso, non è così. Quando do un’opinione lo faccio per stimolare una reazione. Se dico qualcosa di negativo su Leao non è che lo faccio perché gioca al Milan. Con Rafa è come quando parlo con mio figlio Achille, a volte anche con mia moglie Martina: espongo il mio punto di vista per suscitare un cambiamento».

Ad oggi, quale è la sua griglia di partenza del campionato?
«In prima fila metto Napoli, Inter e Milan. I rossoneri hanno Modric, un insegnante di calcio, che giocando una partita a settimana può ancora fare la differenza, e la certezza Allegri in panchina. La Juventus la vedo quarta, ha una rosa di tutto rispetto, ancor meglio con un ultimo colpo di livello. L’Atalanta mi sembra meno solida degli ultimi anni: ha venduto Retegui e forse perderà Lookman, soprattutto non ha più Gasperini. Gian Piero alla Roma farà bene, ma ha bisogno di tempo per trasmettere i suoi concetti di gioco. La Lazio con Sarri lotterà però non per i primi quattro posti, così come il Bologna, lo vedo quinto».

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