Il figlio di Rino Tommasi: «Per lui Sinner sarebbe stato il figlio che non sono stato io»
Al Corsera: "Papà diceva 'non ho paura di morire, ho paura che da morto non saprò chi ha vinto Wimbledon quell’anno'. Con Jannik avrebbe perso la brocca"

Gianni Clerici e Rino Tommasi
Rino Tommasi diceva: “Non ho paura di morire, ho paura che da morto non saprò chi ha vinto Wimbledon quell’anno”. Non ha visto Sinner vincere Wimbledon, ma tanto “aveva smesso di crederci, si era rassegnato”, dice il figlio, Guido, del celebre telecronista intervistato dal Corriere della Sera. “In quella frase c’è tutto lui . Un’ottusità quasi demenziale, come a dire: cosa me ne frega di morire, Wimbledon è più importante. Dice molto di Rino: per lui questo torneo era come un parco giochi”.
Sinner gli sarebbe piaciuto “tantissimo. Il suo giocatore preferito era Stefan Edberg: non solo per la volée di rovescio, ma soprattutto per l’educazione. Come Sinner, un personaggio asciutto che viene valorizzato dal racconto. Jannik sarebbe stato il figlio che non sono stato io: quello più forte di tutti a tennis. Se c’era anche solo una persona più brava di me, io per lui ero scarso”.
Come avrebbe commentato la vittoria di Sinner a Wimbledon?
“Penso che non ci avrebbe capito niente… Nei suoi 30 anni da telecronista non c’è mai stato un test emozionale così. Avrebbe un po’ perso la brocca. Mentre Gianni sarebbe rimasto più disincantato”.
Un ricordo di Wimbledon con il padre? “Io in cabina di commento con lui e Gianni. I loro battibecchi fuorionda. E Clerici che mi dà il microfono e mi fa annunciare il punteggio per fare un dispetto a mio padre».