Sinner si è un po’ spento ma Bublik è diventato un giocatore vero

L'azzurro sconfitto sull'erba di Halle. Il kazako ha giocato un gran match ma Jannik non sembra più invulnerabile: ha passaggi a vuoto non da lui

Sinner

Kazakhstan's Alexander Bublik eyes the ball to Italy's Jannik Sinner in their men's singles tennis match during the Halle Open ATP tennis tournament in Halle, on June 19, 2025. (Photo by CARMEN JASPERSEN / AFP)

Sinner si è un po’ spento ma Bublik è diventato un giocatore vero.

Sinner ha perso un’altra volta. Ed è sempre una notizia quando succede. Jannik è stato eliminato negli ottavi di finale sull’erba di Halle. Ha perso contro un tennista vero, quel Bublik che per anni ha preferito fare il clown, divertirsi, giocare per lo show. Poi, evidentemente, qualcosa è cambiato. Il kazako ha messo anche l’abnegazione al servizio del suo immenso talento. E sta giocando in maniera seria, oltre che da gran campione quale è. Oggi, a memoria, ricordiamo un solo servizio dal basso, nel terzo set. Ha battuto Sinner in rimonta, 6-4 al terzo set. Ha servito benissimo e risposto persino meglio. Ha giocato in modo solidissimo da fondo campo, ha tenuto lo scambio con l’italiano.

Sinner non ha perso certo con un signor nessuno. È presto per parlare di passaggio a vuoto o addirittura di crisi. Proprio un’oretta prima, Alcaraz aveva vinto al Queen’s faticando non poco contro lo spagnolo Munar: ha penato oltre tre ore per vincere 7-5 al terzo set.

La sconfitta aprirà dibattiti perché oggi Sinner è seguitissimo. Bisogna aspettare. Wimbledon sarà un banco di prova. E a Wimbledon Sinner può vincere. Certo oggi non sembra più il giocatore invulnerabile che era a inizio 2025 quando era reduce da due Slam consecutivi vinti. Non possiamo certo dimenticare che al Roland Garros ha avuto tre match-point in finale contro Alcaraz. La sconfitta qualche strascico probabilmente l’ha lasciato. A un certo punto, nel corso del match, si lascia andare a errori gratuiti come non eravamo abituati a vedere. È un po’ appannato. Meno robotico. Dall’altra, però, Bublik ha giocato un tennis spettacolare.

Ci si rivede a Wimbledon. Lì capiremo qualcosa in più.

Cahill: «Djokovic mi disse “Sinner colpisce benissimo la palla ma non c’è variazione, pochi cambi di traiettoria”»

Darren Cahill, coach di Jannik Sinner, ha rilasciato una lunga intervista al podcast “Served with Andy Roddick”, condotto dallo stesso americano ex numero uno al mondo. Tanti i temi trattati dall’australiano. Tra questi c’è la dura batosta incassata dall’azzurro al Roland Garros, un aneddoto risalente al recente passato e una considerazione in vista del prossimo futuro.

Ha parlato di una chiacchierata – divenuta celebre – con Djokovic.

Nel corso della chiacchierata, Cahill ha raccontato di un incontro con Novak Djokovic che ha avuto un ruolo cruciale nella crescita dell’attuale numero uno al mondo. L’episodio risale alla vittoria ottenuta da Nole in cinque set a Wimbledon 2022.

«Uno dei momenti chiave è stato quando perse contro Novak un paio d’anni fa a Wimbledon in cinque set. Aveva vinto i primi due, ma poi Novak resettò e prese il sopravvento. Esattamente come fa lui: si abitua alla palla, alla traiettoria, al ritmo, e poi, come sempre, non sbaglia più e vince gli ultimi tre set in maniera piuttosto netta», rammenta Cahill.

Poi è entrato nel merito della questione: «Incontrai Novak, è sempre stato fantastico in queste cose, è uno che, se gli dai una pacca sulla spalla, è sempre disponibile. Gli ho detto: “Ehi, ho appena iniziato a lavorare con Jannik. Dimmi solo quello che ti senti, ma posso chiederti che sensazioni avevi lì in campo?”. È stato incredibile. Lui mi rispose: “Buona fortuna per il lavoro con lui. Sì, colpisce benissimo la palla, ma non c’è variazione. Pochi cambi di traiettoria, nessuna altezza sopra la rete, non viene a rete, non cerca di portarmi dentro il campo. So che risponde bene, ma non è aggressivo sulla risposta. Non attacca il mio servizio”. Mi ha passato in rassegna tutto il suo gioco, l’ha analizzato a fondo. Non è che ci abbia rivelato qualcosa che non sapessimo già, erano cose che stavamo cercando di cambiare».

Cahill riportò le parole di Djokovic a Sinner, ecco cosa successe: «Quando ti siedi con un ragazzo come Jannik e gli dici: “Ho appena parlato con Novak e questo è ciò che pensa”, beh… lascia un segno forte su un giovane giocatore. E la risposta di Jannik è stata: “Va bene, dammi tutto. Cominciamo a cambiare”. Do grandi meriti a Simone Vagnozzi: ha affrontato tutto pezzo per pezzo. E insieme, Jannik ha accettato di apportare moltissimi cambiamenti al suo gioco».

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