Ranieri: “Voglio solo pensare alla Roma”. E autorizza Zazzaroni a pubblicare il messaggio
«Se avessi continuato ad allenare, non avremmo preso Gasperini»: il messaggio privato dell'ex tecnico della Roma a Zazzaroni, poi condiviso (autorizzato).

Db Bergamo 12/05/2025 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Roma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Claudio Ranieri-Gian Piero Gasperini
Il direttore del Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni ha condiviso su Instagram lo screenshot della chat con Claudio Ranieri (autorizzato da quest’ultimo), in cui gli spiega del rifiuto alla Nazionale italiana.
Stamani alle 9:10, Ranieri scrive a Zazzaroni:
“Ho deciso di rinunciare, i Friedkin mi avevano lasciato liberi di scegliere, ma io ho promesso di smettere. Se avessi voluto continuare, non avremmo preso Gasperini. Voglio solo pensare alla Roma”.
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Repubblica accusava Ranieri e ricordava che Lippi rinunciò per incompatibilità
Il calcio è come l’ombelico del mondo: le regole non esistono, esistono solo le eccezioni. Anche per l’istituzione che quelle regole le rappresenta. O addirittura le ha scritte. Un articolo che sembra pensato per Ranieri vieta al ct di svolgere attività per una società, a prescindere dal ruolo che occupi in quel club. In qualsiasi Paese d’Europa la questione sarebbe finita qui: si ringrazierebbe Ranieri e si guarderebbe altrove. La Federcalcio invece ha già trovato con i suoi avvocati la via d’uscita: non lavora per la Roma, sir Claudio. È un consulente dei Friedkin. Eppure sembra difficile che sia stato scelto da mister Dan per seguire l’import di auto giapponesi o per curare le sue produzioni cinematografiche.
Che Ranieri mantenga il doppio incarico è chiaramente interesse della Roma — la Federcalcio preferirebbe di certo un tecnico senza altri impegni — ma perché accettare un compromesso tanto scomodo? Possibile che non ci sia davvero nessuno degno di guidare l’Italia senza dover piegare le norme alla logica dell’interesse? Quando Marcello Lippi fu chiamato come direttore tecnico per sostenere il barcollante Ventura, questo giornale sollevò l’incompatibilità tra un suo ruolo in Figc e il figlio procuratore: di fronte al codice, Lippi non chiese di riscrivere le regole. Scelse di rinunciare.