Rabiot «De Zerbi è un malato di calcio. Il periodo alla Juventus è quello in cui sono cresciuto di più»
A The Athletic: «Dovevo andare allo United, ma sentivo che era un club che non avrebbe fatto grandi cose».

Marseille's French midfielder #25 Adrien Rabiot celebrates after scoring during their ligue 1 football match Olympic of Marseille (OM) against stade Rennais at the Velodrome stadium in Marseille on May 17, 2025. (Photo by Christophe SIMON / AFP)
Adrien Rabiot, intervistato da The Athletic, ha parlato della sua carriera e del rapporto che ha con i suoi allenatori De Zerbi e Deschamps.
Rabiot: «Il periodo alla Juventus è quello in cui sono cresciuto di più. Dovevo firmare per lo United»
Il centrocampista francese racconta che sarebbe potuto essere un calciatore del Manchester United:
«Sarebbe potuto accadere due anni fa, quando ero alla fine del mio contratto con la Juventus e alla fine decisi di prolungare di un anno. Anche l’anno scorso ho avuto colloqui con lo United. Ma era un po’ complicato il trasferimento; sentivo un po’ di riluttanza che lo United avrebbe fatto grandi cose.»
«Non ho rimpianti nella mia carriera. Sono sempre stato molto contento delle scelte che ho fatto. Mi sono sempre divertito. Al Psg ho vinto. Alla Juve ho vinto e ho imparato molto. Sono arrivato a Marsiglia e ho fatto una grande stagione. Ho aiutato il club a raggiungere i suoi obiettivi».
Rabiot ha legato sin da subito col tecnico Roberto De Zerbi:
«È una persona che parla molto, che si confronta con noi, che spiega le sue idee e che cerca di trovare la giusta posizione per ogni giocatore. Lavora molto tatticamente. Trascorre le sue giornate al centro di allenamento, dalla mattina alla sera. È un malato di calcio. È qualcosa che ho apprezzato perché per avere successo devi avere quella passione, quella determinazione, quell’ambizione. Ci siamo apprezzati subito e abbiamo parlato molto. Mi ha chiesto, come giocatore più esperto, di risollevare la squadra e portare gli altri giocatori dalla mia parte. Tutti sanno che allenatore è De Zerbi. A Brighton ha fatto grandi cose. In Italia ha una reputazione. Deve aver ricevuto molte offerte. È stato molto importante in questa stagione per il Marsiglia e penso che il campionato francese sia fortunato ad avere un allenatore come lui. Con lui ho giocato più vicino al centravanti, è stato davvero buono per me perché è una posizione che mi si addice molto.»
Sui suoi cinque anni alla Juventus commenta:
«È stato un passo importante della mia carriera. È stato un periodo in cui ho acquisito maturità e ho assunto la mentalità che vogliono alla Juve: lavoro, altruismo, sacrificio. Sono cose che impari e che diventano parte di te. Questo mi è stato molto utile. Mi ha permesso di crescere molto. Ho vissuto grandi momenti, ho vinto titoli. Ma mi restano dentro anche le persone con cui ho lavorato, i giocatori con cui ho giocato. Quando sono arrivato c’erano Ronaldo, Buffon, Chiellini, Bonucci. Sono giocatori che hanno questa mentalità e la trasmettono. Sono stati degli esempi per me».
Sua madre-agente Veronique lo segue dall’inizio della carriera:
«Mi ha sempre sostenuto. È sempre stata al mio fianco e mi ha sempre detto: “Concentrati su quello che succede in campo. Mi occuperò io di tutto il resto”. Questo è ciò che mi ha permesso di crescere e di avere il successo che ho avuto. È sempre stata molto ambiziosa. Vuole il meglio per me e ha sempre fatto le cose come le ho chiesto. Questo è importante perché forse con altre persone, persone al di fuori della famiglia, le cose non avrebbero funzionato come in questo modo. Lei è molto professionale e meticolosa, come lo sono io.»
Quando Rabiot è tornato al Parco dei Principi per sfidare il Psg, è stato preso di mira dagli insulti e gli striscioni insieme alla madre:
«Che si tratti di lei o di me, abbiamo ormai le spalle forti, in questo ambiente devi essere così. Devi avere una mentalità solida come una roccia, e mia madre ce l’ha, in particolare a causa delle cose che abbiamo subito nella nostra famiglia».