L’Italia femminile di basket: storico bronzo europeo all’insegna dell’umiltà

Impresa guidata da coach Capobianco artefice di questo miracolo sportivo. Il concetto di difesa e il noi davanti all'io. Hanno perso solo in semifinale, per un canestro

Italia femminile di basket

Italy team's players celebrate winning the FIBA Women's EuroBasket 2025 third-place match between France and Italy at the Peace and Friendship Stadium in Athens on June 29, 2025. (Photo by Angelos Tzortzinis / AFP)

L’Italia femminile di basket: storico bronzo all’insegna dell’umiltà

Il capolavoro di Andrea Capobianco è compiuto: medaglia di bronzo dopo trent’anni con una sola beffarda sconfitta in semifinale contro il Belgio. Un torneo clamoroso, partito senza i favori del pronostico anche per l’infortunio della forte Matilde Valli. L’Italia è andata a prendersi il podio battendo la forte Francia 69-54 all’ultima curva dopo aver sconfitto la Serbia, la Slovenia, la Turchia.
Da outsider. Dopo aver reso sorprendente un torneo che sembrava scritto dal principio. Coach Andrea Capobianco è stato l’artefice silenzioso di questo miracolo sportivo. Subentrato in un momento difficile per il movimento, ha saputo ridare fiducia e struttura a un gruppo giovane ma affamato. La sua filosofia di gioco ha rimesso al centro la difesa, la circolazione di palla e l’adattamento tattico. Sotto la sua guida, le azzurre hanno trovato un’identità solida, cosa che mancava da anni.

Il suo lavoro, iniziato mesi prima con ritiri mirati e uno staff tecnico affiatato, ha dato i suoi frutti nel momento più importante. Le scelte durante le partite, la gestione dei momenti critici e la capacità di valorizzare ogni giocatrice a disposizione sono stati elementi fondamentali per questo trionfo. Una vale una, il bene comune al di sopra degli individualismi. Il bronzo torna in Italia dopo l’oro alla prima edizione del 1938, il bronzo del 1974 e l’argento del 1995.

Partita dura, la Francia è forte, molto più strutturata e abituata a certi momenti. Noi di gioia, di grinta, di consapevolezza e attitudine a riconoscere le difficoltà contro le vice-campioni olimpiche. Uno dei momenti chiave del capolavoro tattico è stato l’utilizzo, chirurgico e sorprendente, della difesa a zona 2-2-1, un’arma decisiva. Disegnata inizialmente per rallentare la transizione offensiva delle avversarie, la zona si è trasformata a metà campo in una mascherata 2-3, trappola perfetta, adattandosi sulle lunghe francesi e negando i consueti riferimenti interni. L’Italia ha occupato magistralmente le linee di passaggio, costringendo la Francia a rinunciare al gioco dentro-fuori su cui solitamente costruisce i suoi parziali, e a controllare i rimbalzi difensivi. La capacità di cambiare veste a seconda dell’esigenza, è una caratteristica che questa squadra ha dimostrato dal principio di questi campionato europei. Oltre ogni strategia, più di ogni scelta ,più di ogni schema, ciò che ha davvero reso unica questa Italia è stata l’umiltà. Un’umiltà autentica, pche ha attraversato ogni gesto, ogni timeout, ogni rotazione dalla panchina. Un’umiltà che nasce dallo staff, dall’allenatore stesso che ha sempre messo il “noi” davanti all’”io”, ha sempre parlato di gruppo, mai di singoli, e la squadra ha rispecchiato esattamente questo spirito.

Non c’è stata protagonista che si sia sentita più importante del collettivo. Non c’è stato un momento in cui le Azzurre abbiano perso contatto con la realtà, nemmeno dopo vittorie prestigiose. Ogni sfida è stata affrontata con concentrazione, rispetto per l’avversario e piena consapevolezza dei propri limiti e delle proprie forze. È questa cultura del lavoro e del silenzio (quasi assordante quello dei media nazionali che hanno raccontato l’evento), che è stata trasmessa da Capobianco e assorbita dalle giocatrici, che ha trasformato una buona squadra in una medaglia di bronzo europea. Che ha trasformato un movimento da sempre snobbato. L’Italia di basket femminile è una squadra che ha un’anima e ha scritto la storia.

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