Chivu scopre che l’Inter non è una corazzata: ha urgente bisogno di rinforzi dal mercato (Il Giornale)

"Per ribaltare l'Urawa ha avuto bisogno del vecchio Mkhitaryan, con cui ha restaurato il centrocampo, e soprattutto di due ventenni"

Chivu

PASADENA, CALIFORNIA - JUNE 17: Cristian Chivu Head Coach of FC Internazionale Milano reacts after the FIFA Club World Cup 2025 group E match between CF Monterrey and FC Internazionale Milano at Rose Bowl Stadium on June 17, 2025 in Pasadena, California. Stu Forster/Getty Images/AFP Stu Forster / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP

L’Inter di Christian Chivu sta prendendo forma al Mondiale per Club e le prime impressioni è che per questa squadra ci sarà tanto da lavorare. Un pareggio contro il Monterrey e una vittoria – in rimonta e acciuffata nel finale – contro il modesto Urawa suonano come più di un campanello d’allarme. L’ex Parma, per ora, si sta affidando ai “suoi” giovani, quelli che ha cresciuto nelle giovanili nerazzurre. Ma in vista della nuova stagione – sembra palese – che ci sarà bisogno di innesti importanti dal mercato. Lo scrive quest’oggi “Il Giornale“, riportato di seguito.

L’Inter va con i giovani di Chivu ma sul mercato serviranno innesti

“Ci vorrà tempo per giudicare l’Inter di Chivu, catapultato al volante di un’auto quasi senza benzina. La squadra è stanca, logorata dalla stagione infinita, e senza trofei, e falcidiata dagli infortuni. La vittoria in rimonta sull’Urawa in qualche modo prolunga il calvario, perché a questo punto basterà un pareggio contro il River Plate per il passaggio agli ottavi (con altri 7 milioni di premio Fifa). E se il Monterrey non dovesse battere l’Urawa, l’Inter andrebbe avanti anche in caso di sconfitta. I verdetti nella notte italiana fra mercoledì e giovedì, con malcelati timori messicani per un pari-biscotto italoargentino (dal 2-2 in su, qualificazione per entrambe anche in caso di goleada del Monterrey, ininfluente per la classifica avulsa)”.

“Più si allunga questa stagione, più si avvicina la prossima (fra 2 mesi esatti sarà già campionato: per l’Inter debutto lunedì 25 agosto contro il Torino). Qualcosa a Chivu lo darà il mercato. Ma senza rivoluzioni ora invocate quasi ovunque. Fino a un mese fa, l’Inter era una corazzata senza confronti in Italia. All’improvviso si scopre che anche non vincendo nulla è andata ben oltre i suoi limiti. Evidentemente basta poco per cambiare idea, ma occorre ricordarsi che Oaktree bada prima di tutto ai conti e quindi oltre i budget fissati non si andrà: tutto l’extra 50 milioni sarà frutto di cessioni o prestiti, «il mercato di competenze e fantasia”, per dirla alla Marotta”.

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“Chivu dovrà presto chiarire al club come intende fare giocare la squadra («un allenatore moderno si adatta ai giocatori che ha», ha però anticipato Marotta) perché un sistema con 2 trequartisti come quello abbozzato al Mondiale normalmente si dovrebbe giocare solo quando i trequartisti li hai. E l’Inter oggi non li ha. Per rimettere in piedi la partita con l’Urawa e rientrare da un Mondiale in cui era praticamente fuori a un quarto d’ora dalla fine della partita, Chivu ha avuto bisogno del vecchio Mkhitaryan, con cui ha restaurato il centrocampo. E, soprattutto di due ventenni, Valentin Carboni e Pio Esposito. Già con lui nella Primavera nerazzurra (stagione 22-23)”.

“Il più giovane dei fratelli Esposito ha fisico, già buoni movimenti e malizia. Sommati all’ottimo senso del gol (19 quest’anno con lo Spezia) e non dovrebbe servire molto coraggio per lanciarlo alle spalle della ThuLa. Eppure l’Inter pare intenzionata a chiudere con Bonny («ci interessa», ha confermato Marotta). A volte il mercato va oltre le apparenti valutazioni tecniche. L’argentino Carboni, coetaneo di Esposito (classe 2005) dopo l’ottima stagione a Monza, ha perso praticamente un anno a Marsiglia. Colpa di un grave infortunio al ginocchio sinistro”.

“Otto mesi fermo, prima di rientrare proprio con l’Urawa, con gol, mille complimenti da tutti («mi sono emozionato per lui», ha confessato Chivu) e lacrime di gioia. «Ho sofferto molto e questo è un premio per gli sforzi che ho fatto. Io lavoro per esserci. Se serve, ci sono»”.

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