Cahill: «Djokovic mi disse “Sinner colpisce benissimo la palla ma non c’è variazione, pochi cambi di traiettoria”»

Al podcast di Roddick: «A Parigi è rimasto da solo nello spogliatoio per 20 minuti, poi l'abbiamo abbracciato e versato tutti qualche lacrima. Svolta? Quando perse contro Djokovic un paio d’anni fa...»

sinner, cahill

Melbourne (Australia) 26/01/2025 - Australian Open / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner-Darren Cahill ONLY ITALY

Darren Cahill, coach di Jannik Sinner, ha rilasciato una lunga intervista al podcast “Served with Andy Roddick”, condotto dallo stesso americano ex numero uno al mondo. Tanti i temi trattati dall’australiano. Tra questi c’è la dura batosta incassata dall’azzurro al Roland Garros, un aneddoto risalente al recente passato e una considerazione in vista del prossimo futuro.

Cahill e il dramma sportivo al Roland Garros

Il primo argomento – e non poteva essere altrimenti – è proprio la sconfitta in finale al Roland Garros.

«Dopo la finale di Parigi Sinner è rimasto seduto da solo nello spogliatoio per 20 minuti. Ognuno di noi del team si è avvicinato a Jannik e gli ha dato un abbraccio», ha rivelato Cahill. «Gli abbiamo detto che eravamo davvero orgogliosi di lui, del suo impegno. Ma non era il momento giusto per fargli un discorso su cosa possiamo imparare. Ne parleremo più avanti. Bisogna mostrare un po’ di empatia per quello che sta attraversando. Tristezza, qualche lacrima… qualche lacrima per tutti, in realtà. Devo dire che quella sera, qualche ora dopo, non se n’era ancora fatto una ragione. E non se la farà mai», ha sottolineato il 59enne di Adelaide.

Nonostante la sconfitta, tuttavia, Cahill non fa drammi: «Dopo Parigi, ho ancora più rispetto di lui di quanto ne avessi prima. Ha una grande consapevolezza di sé. E penso che per essere un grande campione in qualsiasi sport, devi avere consapevolezza di te stesso. Devi saper affrontare i fallimenti e successi più o meno allo stesso modo. Cerca di imparare da quello che succede, andare avanti e migliorare. E lui fa tutte queste cose. In più, ha un’etica del lavoro incredibile».

Il percorso di Sinner è già ripartito dall’erba di Halle, ma l’appuntamento cerchiato in rosso è il torneo di Wimbledon (dal 30 giugno al 13 luglio). Per l’azzurro sarà fondamentale mandare in archivio i tormenti parigini. «La resilienza di Jannik sarà messa alla prova dopo quella partita a Parigi, nel vedere quanto in fretta riuscirà a voltare pagina. Non importa se vincerà o perderà partite nelle prossime settimane, è più importante come saprà gestire quei momenti, continuando a spingere, a lottare. E lui è disposto a farlo», ha sottolineato Cahill.

Un salto nel passato, il momento della svolta per la carriera di Sinner

Nel corso della chiacchierata, Cahill ha raccontato di un incontro con Novak Djokovic che ha avuto un ruolo cruciale nella crescita dell’attuale numero uno al mondo. L’episodio risale alla vittoria ottenuta da Nole in cinque set a Wimbledon 2022.

«Uno dei momenti chiave è stato quando perse contro Novak un paio d’anni fa a Wimbledon in cinque set. Aveva vinto i primi due, ma poi Novak resettò e prese il sopravvento. Esattamente come fa lui: si abitua alla palla, alla traiettoria, al ritmo, e poi, come sempre, non sbaglia più e vince gli ultimi tre set in maniera piuttosto netta», rammenta Cahill.

Poi è entrato nel merito della questione: «Incontrai Novak, è sempre stato fantastico in queste cose, è uno che, se gli dai una pacca sulla spalla, è sempre disponibile. Gli ho detto: “Ehi, ho appena iniziato a lavorare con Jannik. Dimmi solo quello che ti senti, ma posso chiederti che sensazioni avevi lì in campo?”. È stato incredibile. Lui mi rispose: “Buona fortuna per il lavoro con lui. Sì, colpisce benissimo la palla, ma non c’è variazione. Pochi cambi di traiettoria, nessuna altezza sopra la rete, non viene a rete, non cerca di portarmi dentro il campo. So che risponde bene, ma non è aggressivo sulla risposta. Non attacca il mio servizio”. Mi ha passato in rassegna tutto il suo gioco, l’ha analizzato a fondo. Non è che ci abbia rivelato qualcosa che non sapessimo già, erano cose che stavamo cercando di cambiare».

Cahill riportò le parole di Djokovic a Sinner, ecco cosa successe: «Quando ti siedi con un ragazzo come Jannik e gli dici: “Ho appena parlato con Novak e questo è ciò che pensa”, beh… lascia un segno forte su un giovane giocatore. E la risposta di Jannik è stata: “Va bene, dammi tutto. Cominciamo a cambiare”. Do grandi meriti a Simone Vagnozzi: ha affrontato tutto pezzo per pezzo. E insieme, Jannik ha accettato di apportare moltissimi cambiamenti al suo gioco».

Leggi anche: Moya: «Non sarò io il coach di Sinner dopo Cahill, è una bufala»

Uno sguardo al futuro

Qualche mese fa, Sinner si lasciò scappare che il 2025 sarà l’ultimo anno che Cahill farà parte del suo staff. Una decisione presa in autonomia dall’australiano, che però adesso sembrerebbe un po’ tentennare:

«Sarà il mio ultimo anno con Jannik? Vedremo, è un anno lungo. Mi sto divertendo davvero tanto a lavorare con lui. Quindi… mai dire mai. Ormai conosce bene il tipo di messaggio che gli arriva da me. Avere una nuova voce, un nuovo sguardo esterno, potrebbe non essere una cosa negativa per lui. Se succederà o meno, si vedrà. Ma, al momento, quello è ancora il piano. Anche se, ripeto, mi sto godendo questo lavoro con lui».

Correlate