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Sinner, Vagnozzi: «Sento dire che lo stop è un vantaggio, ma nessuno si è fermato dall’Australia»

Il coach di Sinner a Ubitennis: «Emozione a Roma? Sarà una passeggiata di salute rispetto all’anno che ha passato, con tutto quel peso sulle spalle»

Sinner, Vagnozzi: «Sento dire che lo stop è un vantaggio, ma nessuno si è fermato dall’Australia»
Italy's Jannik Sinner's Australian coach Darren Cahill (L) and Italian coach Simone Vagnozzi (R) watch him play against Russia's Daniil Medvedev during their men's quarterfinals match on day ten of the US Open tennis tournament at the USTA Billie Jean King National Tennis Center in New York City, on September 4, 2024. (Photo by Kena Betancur / AFP)

Simone Vagnozzi, coach di Jannik Sinner, ha rilasciato un’intervista a Ubitennis alla vigilia del debutto dell’azzurro agli Internazionali d’Italia. Vi proponiamo di seguito un estratto delle sue dichiarazioni.

Le parole di Simone Vagnozzi

«Ho sentito dire che è stato un vantaggio aver avuto questo stop, ma non mi sento d’accordo», ha dichiarato Vagnozzi a Ubitennis. «Se fosse così forse lo farebbero tutti. Invece non ho visto molti giocatori fermarsi dall’Australia fino alla terra… Arriviamo qui senza partite, negli ultimi cinque mesi abbiamo giocato appena due tornei. Penso sia chiaro a tutti che questo non è un vantaggio», ci ha tenuto a sottolineare.

In vista dell’esordio dell’azzurro (sabato 10 maggio contro il vincente della sfida tra Federico Cinà e Mariano Navone): «Proverà emozione? Sarà una passeggiata di salute rispetto all’anno che ha passato, con tutto quel peso sulle spalle. Finalmente adesso è tutto finito, possiamo solo concentrarci sui match. Speriamo di giocarne il più possibile tra qui e Amburgo per arrivare pronti al Roland Garros».

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Come noto, molti tennisti ed addetti ai lavori si sono schierati contro l’altoatesino con lo scoppiare del “caso clostebol”. «Qualche occhiata strana anche io e Darren l’abbiamo intercettata, ma è normale quando sei un po’ nell’occhio del ciclone. Ci sono state però anche delle affermazioni di stima soprattutto nell’ultimo periodo. Ho apprezzato molto quello che ha detto la mamma di Rune. Ho apprezzato molto quello che ha detto Ruud. Anche quello che ha detto Zverev credo sia giusto, e cioè che se uno non ha fatto niente è giusto che prenda zero, se uno ha provato a imbrogliare sia giusto che venga punito. Sono state dette cose non giuste, ma anche tante cose giuste. Penso che nell’ultimo periodo finalmente qualcuno ha centrato il punto». Chiaro cosa ne pensi il 41enne marchigiano sulla squalifica del suo assistito: «In un caso come quello di Jannik, ovvero di contaminazione totalmente involontaria, non credo sia giusto che sia stato fermato».

Infine il passaggio sull’altro coach del numero uno al mondo, Darren Cahill, il quale ha recentemente annunciato che lascerà il tennis a fine stagione. «Con giocatori di questo livello qua è importante avere un’altra spalla. È importante dividersi le settimane con i giocatori, altrimenti inizia a diventare 365 giorni l’anno ed è un po’ troppo. E per quanto riguarda Darren vorrei che rimanesse altri 5 anni. Forse è il coach migliore al mondo, come risultati e quant’altro. Ma soprattutto è una persona speciale, quindi mi piacerebbe rimanesse il più possibile», ha detto Vagnozzi.

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