Sampdoria retrocessa in C, volo dirottato a Milano per evitare la contestazione dei tifosi (Sky)

Circa 500 tifosi presenti ieri a Castellammare, che hanno contestato la squadra dentro e fuori dal campo. Il rientro a Genova è avvenuto stanotte.

Gc Genova 04/08/2012 - amichevole / Sampdoria A-Sampdoria B / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: tacchetti ferro scarpe da calcio

La Sampdoria è retrocessa in Serie C per la prima volta in 79 anni di storia. La squadra è rientrata a Genova stanotte, passando però per Milano per evitare le possibili contestazioni dei tifosi dopo lo 0-0 rimediato a Castellammare di Stabia.

Dirottato il volo della Sampdoria a Milano dopo la retrocessione in Serie C

Come riportato da Sky Sport:

Il giorno dopo, oltre alla delusione, restano la rabbia dei tifosi e per il momento il silenzio della società. Dopo la retrocessione sul campo, la rabbia dei circa 500 tifosi della Sampdoria presenti ieri sera al Menti non si è fatta attendere: la squadra ha provato ad avvicinarsi – senza riuscirci – al settore dove erano sistemati i tifosi doriani. E la contestazione è proseguita anche al di fuori dello stadio di Castellammare. I blucerchiati hanno lasciato il Menti intorno a mezzanotte e mezza, inizialmente con l’idea di tornare direttamente a Genova, ma poi hanno deciso invece di dirottare il proprio volo da Salerno su Milano Malpensa, per evitare la possibile e probabile contestazione in città.

La società si interrogherà sul futuro dopo le retrocessioni che hanno visto coinvolte quest’anno non solo la prima squadra, ma anche la Primavera (in seconda divisione) e la Samp Women (in Serie B femminile).

Luca Pellegrini smonta il mito tutti amici: «Mi fecero fuori. Mancini voleva fare il capitano»

Ecco stralci dell’intervista della Gazzetta a Luca Pellegrini:

«Ho sempre rispettato tutti, ma non ero iscritto a nessun partito. I problemi esplosero nella stagione dello scudetto, 1990 91. Non stavo bene, avevo problemi alla schiena che nessuno riusciva a risolvere. A gennaio perdemmo contro Torino e Lecce e il presidente e il direttore Borea ci invitarono ad andare a cena da soli, per dirci le cose in faccia. E così una sera ci ritrovammo in un ristorante di Rapallo, ma qualche giorno prima il gruppo dei senatori si era riunito nella solita pizzeria, senza di me, e lì qualcuno aveva detto che io ne avevo sempre una e che si andava male per colpa mia. Me lo riferì un testimone: “Luca, c’è chi ti pugnala alla schiena”. Così, quando ci incontrammo tutti, Vialli spese parole di sostegno per me, ma io gli replicai: “Luca, non tutti la pensano come te”. Lì capii che mi avrebbero fatto fuori».

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