“L’avrebbe potuto anche riaprire se avesse saputo utilizzare meglio i giocatori che la pensano diversamente da lui. A causa dei suoi errori, deve lottare per il quarto posto”

Per Moggi se la Juventus non è in corsa per lo scudetto, è la causa è certamente di Motta. Un pensiero diverso rispetto alla narrazione comune. Anzi, per Moggi, l’allenatore ha la colpa di non aver insidiato prima il primato in classifica. Moggi lo scrive su Libero e non usa mezzi termini.
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A causa degli errori di Motta, la Juventus deve lottare per il quarto posto
Scrive Moggi su Libero
“Il lento incedere del trio di testa rende difficile stabilire chi ha più possibilità di tagliare il traguardo per primo, mentre dietro nessuno ha mai dato l’impressione di poterle insidiare. Ciò ci porta a pensare ad un campionato anomalo se non modesto, dove il bel gioco spesso latita e le polemiche/lamentele sono invece all’ordine del giorno. Il pareggio di Billing ha fatto sorridere la squadra di Conte, che evidentemente pregustava il periodo pieno di impegni a cui dovrà far fronte l’Inter nel bel mezzo della lotta scudetto.
La Juventus ha invece vinto 2-0 in casa con il Verona, portandosi a -6 dalla vetta. Qualche buontempone ha scritto che ha riaperto il campionato, magari a mo’ di presa in giro. L’avrebbe potuto anche riaprire se Thiago Motta avesse saputo utilizzare meglio i giocatori a disposizione che la pensano in modo diverso da lui. Vedi dichiarazioni di Locatelli dopo l’eliminazione in Champions.
Senza tenere conto che errare è umano, perseverare è diabolico. Tant’è che la sua squadra, a -6, avrebbe potuto davvero riaprire questo modesto campionato, ma adesso, a causa dei suoi errori, deve lottare strenuamente per conquistare il quarto posto. Citiamo alcuni degli errori di Motta: l’abitudine di mandare in campo i giocatori non nei ruoli a loro abituali, i destri a sinistra e viceversa, generando confusione nel gruppo; far giocare gente con la febbre (il pupillo Koopmeiners) lasciando chi invece sta bene (Thuram, non a caso lunedì decisivo nella vittoria contro il Verona); sbagliare i cambi in corsa che non è abitudine ma consuetudine; non saper motivare la squadra in presenza di partite ritenute facili (vedi i quarti di Coppa Italia con l’Empoli, persi in modo disastroso). E mi fermo qua…“