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Sofia Goggia: «L’infortunio mi ha devastata mentalmente. Lo sci non ha le idee chiare sulla sicurezza»

Interviste a Tuttosport e Stampa: «Ho sognato tante notti quell’inforcata, il rimanere incastrata nella vite del palo e sentire che il piede non era più attaccato»

Sofia Goggia: «L’infortunio mi ha devastata mentalmente. Lo sci non ha le idee chiare sulla sicurezza»
Italy's Sofia Goggia competes during the Women's Giant Slalom event of FIS Alpine Skiing World Cup in Kronplatz, Plan de Corones, Italy on January 30, 2024. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Tuttosport e La Stampa intervistano Sofia Goggia a pochi giorni dal suo ritorno sugli scii a Beaver Creek, dopo il grave infortunio subito alla fine della stagione scorsa. Con il quotidiano ripercorre quei momenti difficili che adesso sono passati e anche della sicurezza negli sci.

Goggia: «Ho sognato tante notti quell’inforcata»

Sofia, l’avevamo lasciata a ottobre ancora segnata per l’infortunio di febbraio, piena di incognite. Ora come sta?
«Bene, sto bene. Il piede è a posto, ma soprattutto la mia anima è a posto. Sono serena, ho ritrovato la gioia di sciare, quel la che mi ha fatto vivere le mie giornate migliori da atleta. Dieci mesi sono stati lunghi, lunghissimi. Per la prima volta un infortunio mi ha tenuta lontana così tanto tempo dalle piste, ma soprattutto mi ha devastata mentalmente. La frattura era complicatissima, i dottori stessi non sapevano come avrebbero rimesso insieme tutti i pezzi. Ed ero in rampa di lancio, sciavo bene. Lo ammetto, venendo qui qualche remora c’era. Mi domandavo come avrei reagito nelle curve veloci, magari con poca luce. Se avessi alzato il piede. Invece no, infortunio dimenticato. Paradossalmente, a parte qualche trascurabile dolorino, è come se non fosse successo nulla, come se togliendo quella placca a settembre mi fossi riappropriata della ragazza che ero prima».

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«Non potete capire la mia felicità quando ho fatto qualche giro tra le porte dopo aver sognato tante notti quell’inforcata, il rimanere incastrata nella vite del palo e sentire che il piede non era più attaccato. Ho ritrovato sensazioni che avevo dimenticato e alla fine anche Rulfi (il capo allenatore dell’Italdonne, ndr) era contento di come sciavo. È rimasta intatta la bontà del lavoro tecnico intrapreso da due anni con il mio allenatore Agazzi», continua Goggia.

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La morte di Matilde Lorenzi, il grave rischio passato dalla Shiffrin: si può fare qualcosa di più per la sicurezza?
«Sono due questioni diverse. Da una parte abbiamo una ragazza di Coppa Europa che ha avuto un terribile incidente in
allenamento su una pista dove ci siamo sempre tutti allenati, dall’altra una campionessa che ha fatto un brutto volo in una gara di Coppa del Mondo. Su Matilde dico che la famiglia si sta impegnando con una Fondazione per sensibilizzare e migliorare la sicurezza a tutti i livelli. Sulla sicurezza in Coppa invece sappiamo tutti quanto sia uno sport pericoloso e bisogna muoversi in tal senso. La questione dell’airbag è ridicola. Hanno messo l’obbligatorietà ma lasciando deroghe per gli atleti che non lo trovano confortevole. Sinceramente penso che debbano mettersi il cuore in pace per trovare un accordo. E ben vengano le tute e altre protezioni anti-taglio che stanno sperimentando».

Goggia parla di sicurezza anche a La Stampa.

A differenza della Formula 1 o della MotoGp, lo sci non impone nessuna regola. Ci sono atleti che hanno fatto una battaglia per non adottarlo e i vertici federali hanno accettato la loro protesta. Dunque solo il 30% di chi corre in Coppa ha l’airbag.

“Tutte noi azzurre lo usiamo – dice Goggia -. Da una parte c’è la Fis. Dall’altra ci sono gli atleti che devono chiarirsi quel che hanno nella cabeza quando si parla della sicurezza”.

Lo stesso discorso vale per le tute antitaglio che si stanno sperimentando e che magari avrebbero giovato a Mikaela Shiffrin, caduta con conseguenze nel gigante di Killington.

Sofia scaccia i brutti pensieri e guarda avanti. Alla discesa di sabato. E’ pronta. “Non vedo l’ora di respirare l’aria delle gare. Che tanto mi è mancata, come il fatto di mettermi nella casetta di Coppa del Mondo, di vedere una bella pista liscia, accendere il cervello per capire al meglio la strategia, le linee, i dossi, le pendenze”. La prima risposta la darà nelle prove libere, al via da mercoledì a venerdì. Sabato, la discesa e domenica il supergigante. Beaver Creek torna protagonista e Sofia Goggia riaccende le luci sullo sci italiano. 

 

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