«Ribadisco, l’obiettivo principale è costruire qualcosa di solido per creare un gruppo che abbia l’ambizione realistica di vincere. Non da sognatori»

In conferenza stampa pre partita di Coppa Italia contro la Lazio, a Conte chiedono delle possibilità di vittoria finale del Napoli. L’allenatore azzurro nemmeno fa terminare la domanda che parte con il mezzo sbrocco che però fotografa bene la realtà attuale del Napoli come squadra e come club. Vincere non è assolutamente semplice, al contrario dell’ambiente che invece crede che la vittoria sia vicina. Anche l’ambiente deve essere compatto e avere chiaro l’obiettivo principale. Ovvero costruire qualcosa di duraturo nel tempo.
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Conte: «L’obiettivo principale è costruire qualcosa di solido nel tempo»
Il chiarimento di Conte a chi gli chiede delle possibilità del Napoli di vincere la Coppa Italia:
«Parlate di vincere con molta facilità qua, uno si alza la mattina e parla vinciamo. Vinciamo la Champions League, vinciamo la Coppa Italia, vinciamo il campionato, vinciamo vinciamo. Per vincere, ripeto, si devono costruire le vittorie. Altrimenti non vai da nessuna parte. La costruzione è alla base della vittoria. Ribadisco, l’obiettivo principale è costruire qualcosa di solido per creare un gruppo e una squadra che abbia l’ambizione di poter stare lì con la voglia realistica di vincere. Non da sognatori. Qui c’è la differenza tra il sognare, io il sogno non tolgo a nessuno. Poi c’è la realtà. La realtà è che c’è una costruzione in atto in cui dobbiamo cercare di costruire qualcosa che possa durare, dare gioia e felicità a tutti i tifosi a tutto l’ambiente, che possa compattare l’ambiente che a volte vedo che l’ambiente non è compatto. C’è anche questa altra difficoltà. Parliamo di vincere Coppa Italia, Champions League e campionato come se, prendo (prende la bottiglietta d’acqua davanti a sé, ndr) e mi bevo la bottiglia d’acqua. Io con tutto il rispetto che posso avere, però voi dovete rispettare anche chi lavora e chi ha un minimo d’esperienza su come si costruiscono le cose per essere durature ce l’ha. Va bene?! Grazie».
Gli fanno notare che c’è un’altra domanda ancora. «Vai.. Oggi… Era meglio non la facevo sta conferenza. Vai…».