“Il video di Swiatek è un insulto alla nostra intelligenza. Il tennis ha un problema, cosa accadrebbe se Sinner e Swiatek vincessero gli Australian Open?”
Ovviamente la sospensione di un mese (a sua volta sospesa) di Iga Swiatek è una notizia pesante, all’estero è molto trattata. In Italia a maggior ragione perché da subito ha richiamato la vicenda di Sinner. Sui giornali italiani è trattata con una certa partigianeria. Ma in ogni caso si tratta dei due numeri uno del tennis mondiale (anche se la polacca ora è numero 2, ma sul suo ranking ha influito anche lo stop forzato), entrambi alle prese con casi di presunto doping. Ci va pesantissimo il Telegraph, unendo le due cose.
Oliver Brown scrive che “il video di sette minuti di mea culpa di Iga Swiatek per una violazione del doping tenuta nascosta per 2 mesi e mezzo insulta l’intelligenza di tutti”. “Voglio essere trasparente con voi”, dice. Un po’ tardi per questo: ritirandosi da tre tornei consecutivi questo autunno, la polacca aveva dato tre diverse spiegazioni. Prima ha citato la stanchezza, poi ha fatto riferimento a “questioni personali” e infine ha dato la colpa a una rottura con il suo allenatore di lunga data. La realtà più cupa era che per tutto il tempo aveva cercato disperatamente di far annullare la sospensione provvisoria e di stabilire come la trimetazidina, un farmaco per il cuore presente nell’elenco dei farmaci vietati, fosse penetrata nel suo organismo”.
“La Tmz non è un medicinale banale. È la stessa sostanza per cui 23 nuotatori cinesi sono risultati positivi prima delle Olimpiadi di Parigi di quest’estate, e che ha causato la squalifica di quattro anni della pattinatrice artistica russa adolescente Kamila Valieva”.
“E’ di per sé già abbastanza scoraggiante, ma ciò che rende l’episodio doppiamente marcio è il fatto che quasi tutti al di fuori della sua cerchia ristretta sono stati tenuti all’oscuro da settembre. Come nel caso di Jannik Sinner, sembra che ci sia una giustizia a due livelli in atto: mentre i giocatori di punta beneficiano di un’omertà controllata, gli altri vedono la loro reputazione pubblicamente distrutta prima di avere la possibilità di riabilitare i loro nomi”.
“Raramente il tennis è stato sotto una tale nube. Agli Australian Open il numero 1 al mondo maschile e la numero 2 al mondo femminile arriveranno entrambi con le loro immagini infangate. Il tennis si trova nella straordinaria situazione in cui Sinner potrebbe vincere in Australia e poi essere sanzionato dalla World Anti-Doping Agency, che sta cercando di squalificarlo per un periodo compreso tra uno e due anni. Ma cosa succederebbe se anche Swiatek vincesse? Come potrà il tennis ragionevolmente affermare che gli spettatori possono credere a ciò che vedono?”.
“O lo sport è pulito o l’intera impresa crolla. Si potrebbe pensare che il tennis, scosso per mesi dalla controversia Sinner, possa ormai capirlo”. E invece Brown se la prende con la Wta che sostiene sia Swiatek che “lo sport pulito”. “La sacralità del tennis deve essere anteposta all’orgoglio ferito di un giocatore”, scrive l’editorialista.
Il Telegraph affonda su entrambi. “Come ha potuto il miglior giocatore del mondo ricevere un lasciapassare per il clostebol quando il suo connazionale Stefano Battaglino, che ha avanzato la stessa spiegazione di un massaggiatore disonesto, è stato squalificato per quattro anni? Forse perché uno era un campione importante e l’altro un lavoratore a giornata? Forse perché uno poteva permettersi i migliori avvocati e l’altro era alla deriva?”
“Come nel caso di Sinner, anche per Swiatek sembra ci sia di doppio standard. Come è possibile che Swiatek riceva solo un mese di squalifica mentre alla ceca Nikola Bartunkova, finalista femminile di Wimbledon, ne vengono dati sei? Entrambi sono state trovate positive per la Tmz. Entrambe hanno convinto i tribunali che la contaminazione era stata involontaria. La differenza cruciale, secondo l’ultima sentenza, era che Swiatek “ragionevolmente percepiva un grado inferiore di rischio di contaminazione a causa degli standard normativi più elevati per i medicinali nell’Unione Europea”.
“Buona fortuna nel convincere i suoi scettici che è per questo motivo che se la cava sei volte più facilmente”