Al posto di Mancini sono stati contattati l’argentino Ramon Diaz e il francese Hervé Renard.
Mancini ha le ore contate sulla panchina dell’Arabia Saudita. Complici i pessimi risultati ottenuti (l’Arabia ha vinto una sola partita su quattro nel gruppo di qualificazione ai mondiali), il ct è a forte rischio esonero.
Scrive la Gazzetta dello Sport:
Ore contate per Roberto Mancini sulla panchina dell’Arabia Saudita. Dopo gli ultimi risultati negativi, e le parole del presidente su scelte da fare a breve, la Federcalcio saudita ha deciso di licenziare l’ex ct campione d’Europa con l’Italia nel 2021. Per i media sauditi la storia è finita. Manca soltanto l’approvazione reale.
Al posto di Mancini sono stati contattati l’argentino Ramon Diaz e il francese Hervé Renard. L’Arabia è nel gruppo di qualificazione mondiale con Australia e Giappone, ha vinto una sola partita su quattro (due pari e una sconfitta) e rischia di non superare il turno. Sembra essersi rotto il rapporto tra il ct e la squadra.
Mancini d’Arabia è un ct ricco sfondato ma sull’orlo di una crisi di nervi: litiga con tifosi e giornalisti (Repubblica)
Repubblica al veleno nei confronti dell’ex ct della Nazionale italiana, dell’uomo che ha guidato l’Italia alla vittoria degli Europei. Poco più di tre anni fa, sembra passata una vita. Ora è il ct dell’Arabia Saudita, le cose gli vanno maluccio. La Nazionale rischia di rimanere fuori dal Mondiale e rischia il posto. Repubblica scrive che è stato contattato il suo predecessore Renard.
Scrive Repubblica:
Guardatelo, mentre manda platealmente a stendere il pubblico che lo insulta (il labiale sembra proprio un vaffa, la mimica bracciale lo è assolutamente), un bottone della bianca camicia sbottonato di troppo e quell’espressione ruvida, quel volto ormai rugoso, quello sguardo velato che ha da quando è andato ad arricchirsi in Arabia Saudita per 24 milioni l’anno, tradendo di colpo la Nazionale italiana, le proprie ambizioni e forse pure sé stesso. Roberto Mancini è un ct ricco sfondato ma profondamente in crisi. Nel giro di cinque giorni ha perso in casa col Giappone (e vabbè, in Asia è la nazionale più forte) e poi pareggiato con il modesto Bahrain, facendo invelenire il pubblico di Gedda, che le partite delle squadre di club le segue con distacco quasi sdegnato ma che quando giocano i Green Falcons, i falconi verdi, s’infiamma. A ottobre l’Arabia Saudita aveva fatto 1-1 (sempre a domicilio) contro l’altrettanto modesta Indonesia, cosicché adesso è smottata al terzo posto, dietro all’inattaccabile Giappone e all’Australia nel gruppo che qualificherà due squadre al Mondiale americano del 2026.