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Roma, esonero De Rossi: perché curare il sintomo e non la patologia?

La Roma manca di una spina dorsale manageriale, capace di fare procedere il progetto tecnico. Ghisolfi è un fantasma, come lo fu Pinto

Roma, esonero De Rossi: perché curare il sintomo e non la patologia?
Roma 20/01/2024 - campionato di calcio serie A / Roma-Hellas Verona / foto Image Sport nella foto: Daniele De Rossi

Roma, esonero De Rossi: perché curare il sintomo e non la patologia?

L’esonero di Daniele De Rossi a 7 mesi dal suo subentro a Mourinho e a poco più di 4 dall’investitura dei Friedkin, culminata con la firma di un triennale, potrebbe sembrare un fulmine al ciel sereno. Non lo è. Non con i Friedkin, che hanno già dimostrato di non guardare in faccia a nessuno, di non “agire” (da valutare poi il come) e non di parlare.

Potremmo sciorinare i numeri positivi portati da De Rossi nei primi tre mesi, a posteriori forse frutto della “responsabilizzazione” di un gruppo di calciatori dinanzi un esonero, come anche le difficoltà di una squadra che nelle ultime dieci giornate (tra questa stagione e quella passata) ha vinto una sola volta (contro il Genoa).

Potremmo anche (e giustamente) sottolineare un mercato estivo che non ha avuto il giusto timing, per arrivare pronti al via con una squadra consolidata nelle idee e nel percorso da compiere. Non possiamo parlare delle dinamiche interne allo spogliatoio, degli equilibri che molto probabilmente sono venuti a mancare.

È evidente altresì – nostri due centesimi – che la Roma manchi di una spina dorsale manageriale, capace di fare procedere il progetto tecnico e di non delegare responsabilità comunicativa sulle spalle di un’unica figura. Ghisolfi è un fantasma, come lo fu Pinto, autosiluratosi prima di andare incontro al suo destino. Basti vedere l’Inter campione d’Italia e la sua struttura societaria a cui fa da contraltare ad esempio un Milan, dove i ruoli e le responsabilità sembrano tutt’altro che definite.

Ci chiediamo, quindi, la necessità di stipulare un triennale con un allenatore, poi accompagnato alla porta alle prime difficoltà. Per la piazza? Si è mai visto sopravvivere un paziente al quale sono stati curati i sintomi senza comprendere la patologia? Quale allenatore potrebbe mai scegliere la Roma, se è questo l’andazzo tecnico e societario?

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