I media Usa erano fiduciosi che la rimonta fosse fattibile. Il campo ha dimostrato il contrario. Non era nei piani uscire ai quarti
Monterrey disintegra l’Inter Miami: Messi, Suarez, Busquets e Jordi Alba fuori dalla Champions
La strada per la Champions Concacaf è piena di grandi squadre di Mls che sono evaporate in una trasferta in Messico. Per quanto il monopolio messicano sia stato rotto nel 2022 da Seattle, i club della Liga MX continuano a essere ossi durissimi per tutti. Questo vale anche per un Inter Miami piena di stelle, che aveva messo questa competizione nel mirino e trovava Monterrey nei quarti di finale. Anche se all’andata mancava Messi per infortunio, si pensava che il talento del resto della squadra bastasse per fare il risultato in Florida.
Un primo tempo ben giocato dai padroni di casa sembrava dare credito a quest’opinione, con Tomas Aviles che mandava Miami in vantaggio al 20’ con un tocco abile su calcio d’angolo. Nel secondo tempo però la musica è cambiata. I Rayados di Monterrey hanno iniziato a imporre i loro ritmi prima ancora che il mediano David Ruiz si facesse cacciare per due gialli in cinque minuti. Poco dopo il Monterrey ha pareggiato con un gol da rimpallo di Maximiliano Meza, senza poi accontentarsi del pari. All’89’ hanno quindi trovato il gol chiave con un tiro dal limite di Jorge Rodriguez che il portiere americano Callender ha potuto solo lasciar infilarsi all’angolino alto.
Un passivo di 1-2 da recuperare in Messico non è compito facile per nessuno, ma l’Inter Miami ha affrontato la trasferta in fiducia grazie al recupero di Messi. I media Usa erano fiduciosi che la rimonta fosse fattibile. Invece fin dal calcio d’inizio i giocatori del Monterrey hanno ripreso da dove aveva terminato in Florida, trovandosi a memoria e sprecando una buona serie di occasioni. Questo finché a Callender non è venuto in mente di sbagliare un passaggio e regalare a Brandon Vasquez il più semplice dei gol.
Con due gol da rimontare, la squadra del Tata Martino a cominciato a mostrare una certa ansia. E come da copione Luis Suarez – il migliore dei suoi sui 180’ – ha dato di testa a fine primo tempo. Agganciatosi con Victor Guzman, si è lanciato in una classica presa da wrestling che avrebbe potuto staccargli un braccio. Per sua fortuna arbitro e Var hanno deciso di chiudere entrambi gli occhi. Calmatisi a inizio secondo tempo, gli americani hanno continuato a subire la manovra avversaria, fino al doppio vantaggio grazie a un golazo di German Bertarame da fuori. A quel punto, l’ultimo chiodo è stato piantato al 64’ dalla leggenda della nazionale messicana Jesus Gallardo, prima che un Jordi Alba verde di rabbia si facesse cacciare per un doppio giallo. Unica reazione il gol di Diego Gomez nel finale su assist di Messi, che ovviamente non ha esultato.
In un certo senso, è bello vedere che ci sono club che tengono testa ad un superteam come l’Inter Miami, considerando i soldi che ci sono voluti a costruire una squadra competitiva intorno a Messi e pagare gli stipendi di Suarez, Busquets e Jordi Alba. Monterrey non ha avuto alcuna soggezione, con il tecnico argentino Fernando Ortiz che l’ha preparata bene e i suoi giocatori che hanno fatto il resto. E non pensate ai messicani – che la Champions l’hanno peraltro vinta 5 volte – come una squadra senza risorse, o senza giocatori di buona reputazione. Oltre al già citato Gallardo, ci sono altri nazionali come Romo, Arteaga e Aguirre, nonché il 33enne Sergio Canales che ricorderete al Valencia e al Betis.
Dopo che alzare la Leagues Cup – competizione solo tra messicane e statunitensi – lo scorso anno era parso facile, il club di Beckham puntava in alto, e innanzitutto a vincere questa Champions. Venire mazzuolato ai quarti di finale, per quanto da una squadra di blasone come Monterrey, non era assolutamente nei piani. Forse il miglior simbolo della gara è stata una corsa disperata di Suarez al 69’, dieto a un pallone che aveva ben poche chance di raggiungere. Guzman ne ha approfittato per andargli spalla contro spalla e scaraventarlo a terra, vendicandosi della mossa da wrestling del primo tempo senza fare fallo. L’attaccante uruguagio si è rialzato gesticolando come suo costume, beccandosi un sacrosanto giallo per proteste dall’arbitro salvadoregno Barton.
Miami ha molti altri obiettivi in stagione e tra qualche mese questa sconfitta potrebbe essere derubricata a incidente di percorso in un’annata di successi. Però è un campanello d’allarme e ci ricorda che competizioni come questa hanno sempre delle trappole, anche per le migliori squadre. Cosa che al momento questa squadra non è.
Nick Iwanicki