Il quotidiano La Verità pubblica la denuncia presentata alla Procura di Roma, con foto e chat annesse. Lei disse: “mi hai fatto diventare una iena”
Dopo giorni di annunci e di smentite sulla scrivania dei magistrati della Procura di Roma è arrivata la denuncia dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano contro l’imprenditrice pompeiana Maria Rosaria Boccia. Lo scontro tra i due, iniziato nell’afa di fine agosto, ha avuto una prima svolta con le dimissioni del giornalista.
Nell’esposto dovrebbe essere ricostruita dettagliatamente la turbolenta storia d’amore che sarebbe iniziata ai primi di giugno e già nella notte tra il 16 e 17 luglio avrebbe vissuto un momento di grande tensione. La Boccia, al culmine di un litigio avvenuto durante una trasferta a Sanremo, avrebbe infilato le proprie unghie nella carne viva dell’allora ministro, causando una vistosa ferita atti dovrebbero essere state depositate anche le foto che Sangiuliano si è scattato davanti allo specchio del bagno come una qualunque vittima di abusi. Negli scatti si vede il giornalista in jeans e polo azzurra mentre immortala le proprie condizioni a futura memoria. E il taglio suscita una certa impressione.
Le chat tra Boccia e Sangiuliano
Dalle chat emerge un rapporto turbolento, in stile montagne russe. E ognuno dei due amanti, adesso, userà quei tribolati dialoghi per suffragare le proprie asserzioni. Per esempio la Boccia accusa l’ex ministro di non essersi abbastanza speso per lei e lui ribatte: «Ho fatto delle cose che non avrei mai fatto». Su questo la donna sembra d’accordo («Hai ragione»), ma non si accontenta.
Lui le ricorda quanto accaduto la notte tra il 16 e il 17 luglio: «Sfregiato […] Se non fossi stata tu avrei picchiato durissimo». Lei ammette di aver perso il controllo: «Mi hai letteralmente mandato fuori di testa […] mi hai portato a un punto imbarazzante […] mi hai fatto diventare una iena». Sangiuliano cerca di essere conciliante: «Comunque ho sbagliato io». Ma ricorda anche di aver accettato di subire da lei umiliazioni che mai avrebbe sopportato da altri. La donna avrebbe preteso prove d’amore e di sudditanza sempre più estreme. Addirittura gli avrebbe chiesto di poter controllare il cellulare del membro dell’esecutivo, pena, in caso di rifiuto, l’inoculazione di un trojan.