Il Monza è un altro tassello fondamentale nella (ri) costruzione di una mentalità vincente.

Conte sta lavorando tanto sull’autostima dei calciatori del Napoli.
Lo scrive Repubblica edizione Napoli con Pasquale Tina.
Ecco un estratto:
Il Napoli non può permettersi passi falsi stasera contro il Monza (inizio alle 20,45, arbitro Manganiello, diretta su Dazn). Lo sperano pure i 50 mila (è stato arrestato intanto un quarto tifoso del Palermo per il lancio di fumogeni avvenuto giovedì). L’obiettivo è uno solo: tornare alla vittoria in campionato dopo lo 0-0 contro la Juventus e proseguire la marcia verso la vetta della classifica che può essere obiettivo concreto prima della sosta di ottobre. Non cambierebbe nulla ovviamente per quanto riguarda gli obiettivi, ma sarebbe un pieno di entusiasmo incredibile. Conte sta lavorando tanto sull’autostima per restituire l’antico splendore a giocatori reduci da un’annata molto complicata. Il Monza è un altro tassello fondamentale nella (ri) costruzione di una mentalità vincente. Il Napoli deve affrontare tutti gli avversari alla stessa maniera e i brianzoli meritano il massimo rispetto nonostante un avvio di stagione difficile: penultimo posto in classifica e zero successi finora. La strada da seguire è ormai quella indicata dalla trasferta dell’Allianz Stadium contro la Juve.
A Napoli non ci voleva un miracolo, ci voleva Conte con la sua cultura del lavoro (Gazzetta)
Scrive Vincenzo D’Angelo a commento della sonora vittoria del Napoli per 5-0 in Coppa Italia sul Palermo, con una squadra che aveva in campo sin dal primo minuto un solo titolare e cioè Lobotka.
Scrive la Gazzetta dello Sport con Vincenzo D’Angelo:
Non ci voleva “’o miracolo” per riportare in alto il Napoli, ma l’uomo giusto. E Aurelio De Laurentiis ha fatto un vero capolavoro, portando in azzurro il tecnico migliore nel momento migliore. Per cultura del lavoro, per voglia di vincere, per mentalità, per capacità di incidere subito e di ricostruire dalle ceneri, Antonio Conte era l’unica soluzione possibile per rilanciare le ambizioni del Napoli e dare credibilità al nuovo progetto. Poi c’è voluto un grande mercato, perché l’allenatore può incidere molto, ma non può fare magie. Ecco, Antonio non ha la bacchetta magica, l’unica cura che conosce è il lavoro. Fisico, mentale, sul campo. E il suo Napoli, dopo due mesi e mezzo, gli assomiglia già tantissimo. Ha preso la strada giusta, ha il desiderio di vincere e l’ossessione di migliorarsi.