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Ancelotti insiste con il suo calcio verticale e difensivista. E i dati gli danno ragione (As)

Dei 12 gol segnati nella fase a eliminazione diretta della scorsa Champions, poi vinta, 4 sono arrivati in contropiede. Il possesso di palla medio è stato del 53%

Ancelotti insiste con il suo calcio verticale e difensivista. E i dati gli danno ragione (As)
Db Varsavia 13/08/2024 - Supercoppa Europea / allenamento Real Madrid / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Carlo Ancelotti

Ancelotti predilige un tipo di gioco verticale e difensivista (che non è un sacrilegio). L’ha ribadito anche ieri in conferenza stampa.

As” analizza l’efficacia del calcio proposto dal tecnico italiano e fa un piccolo confronto con il City di Guardiola.

Scrive il giornale spagnolo:

” «Sono italiano. Tre passaggi sono sufficienti, non ne servono 30 per segnare». La frase è di Ancelotti ed è stata pronunciata nel 2013, durante il suo primo incarico al Real Madrid. Una dichiarazione di intenti sul suo stile di calcio preferito. Senza dubbio, molto diretto. E questo è il modo in cui ha vinto tre Champions League, 14 titoli in totale, al club. L’italiano non bara e non negozia lo stile. È il Dna del suo libretto e vi è sempre rimasto fedele nelle 298 partite che ha giocato alla guida dei blancos.

Ma quando i risultati non arrivano, il gioco del Madrid viene messo in discussione di continuo. E lui, Ancelotti, ricorda ancora una volta le basi del suo modo di vedere il calcio. «Non sono un super fan del possesso, sono un super fan dei gol», ha detto la scorsa stagione. Ora, dopo la partenza di Kroos e l’arrivo di Mbappé, il dibattito sulla difficoltà del Madrid nel costruire gioco si è intensificato. E così anche il discorso dell’italiano, che già nel pre-campionato aveva messo in guardia su quello che sarebbe successo: «Forse giochiamo un calcio diverso, più diretto. È impossibile sostituire Kroos».

La partita contro lo Stoccarda, in cui la squadra tedesca ha avuto il 52% del possesso palla al Bernabéu, ha costretto a farsi nuove domande. E Ancelotti ha rafforzato la sua idea in pubblico. «Bisogna scegliere, costruire calcio o giocare in verticale. È impossibile fare entrambe le cose allo stesso tempo. Bisogna ricordare che abbiamo vinto le ultime due Champions League difendendo bene e sfruttando la velocità in attacco». Sì, per lui non c’è discussione.

Dei 12 gol segnati dal Real Madrid nei turni di qualificazione (dagli ottavi alla finale) dell’ultima Champions League vinta, quattro sono stati in contropiede fulmineo (due o tre passaggi e non più di 10 secondi di transizione) e due in possessi rapidi (da 10 a 20 secondi) che non hanno permesso al rivale di posizionarsi. Negli altri sei gol c’era di tutto: due tiri dalla distanza, di Camavinga e Valverde, la doppietta di Joselu contro il Bayern, il corner di Carvajal, un rigore…)”.

Il Real di Ancelotti e il City di Guardiola: il confronto

As fa un confronto tra la squadra di Ancelotti e quella di Guardiola:

I dati sul possesso palla del Madrid confermano le parole di Ancelotti ed è indubbio che questo metodo funzioni per lui. Nell’ultima Champions League la squadra ha avuto un possesso medio del 53%. E solo il 20% in zona d’attacco. Una cifra esigua per una squadra delle sue dimensioni. In confronto, il Manchester City ha avuto un possesso medio del 70% e il 29% in zona d’attacco. Mentre il Madrid ha effettuato una media di 540 passaggi a partita, la squadra di Guardiola ne ha completati 742. In compenso, hanno segnato quasi lo stesso numero di gol: 2,1 per il Madrid e 2,7 per il City. Indubbiamente due stili antagonisti e validi, anche se quello di Ancelotti, che ha vinto due Champions League negli ultimi tre anni, è stato più efficace“.

 

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