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Pulisic: «Nei derby persi non abbiamo difeso bene, ci è mancata la giusta organizzazione»

A Il Giornale: «Ho rispetto dei tifosi e del loro stato d’animo attuale. Ho fatto tanti gol grazie a Leao, studiando i suoi movimenti in campo».

Pulisic: «Nei derby persi non abbiamo difeso bene, ci è mancata la giusta organizzazione»
Mg Genova 07/10/2023 - campionato di calcio serie A / Genoa-Milan / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: esultanza gol Christian Pulisic

L’intervista a Il Giornale di Franco Ordine fatta a Christian Pulisic, che si appresta a concludere la sua prima stagione in Serie A con la maglia del Milan.

Pulisic: «I derby persi? Non abbiamo difeso bene»

Quindici gol e nove assist al primo anno di calcio italiano. Caro Pulisic, mica male. Che spiegazione ha?

«Una spiegazione molto semplice: nei due anni precedenti al Chelsea ho patito una serie di infortuni e qualche cambio di panchina che non mi hanno giovato. Al contrario esatto di quello che è accaduto a Milanello: dal primo giorno ho ricevuto la fiducia di tutti, è stata la svolta».

Pulisic è arrivato a Milano con un vissuto da attaccante esterno a sinistra: al Milan invece ha giocato subito e bene a destra e se qualche volta torna a sinistra non gli riesce più come prima. È una stranezza: come la spiega?

«È proprio vero e qualche volta, con lo staff tecnico, scherziamo sull’argomento: non sono più capace di giocare a sinistra! La verità è che mi sono talmente abituato a destra e ne ho tratto sicuro giovamento anche nel fare gol grazie a un piccolo segreto: si chiama Rafa Leao. Ho studiato e capito come si muove. Lui di solito attira su di sé uno, due o tre avversari e allora la difesa risulta sguarnita da qualche altra parte, così io mi muovo, vado al centro dell’area sicuro come sono di ricevere lì il passaggio giusto al momento giusto».

I calciatori provenienti dall’Inghilterra hanno un impatto virtuoso nel nostro calcio, quelli italiani diretti in Premier League non riescono sempre a sfondare: c’è un perché?

«La mia ipotesi è che la Serie A è molto più tattica, il campionato inglese molto più fisico e tecnico. Se arrivi dalla Premier League con queste doti, puoi rendere subito al massimo».

Che effetto sullo spogliatoio ha avuto la contestazione di tifosi e curva sud nelle due partite con Genoa e Cagliari?

«I tifosi ci hanno spinto e aiutato per tutta la stagione, col rumore e con l’entusiasmo, con il tutto esaurito: per questo motivo ho rispetto del loro stato d’animo attuale».

Lo scetticismo diffuso sul futuro e la delusione sul presente sono figli dell’eliminazione dalla Roma e dei 6 derby persi: come li spiega?

«Non ho certezze in materia. Posso pensare che abbiamo affrontato queste partite senza la giusta organizzazione, non sempre abbiamo difeso in modo giusto, forse la strategia non è stata perfetta, siamo diventati vulnerabili lasciando esposta la fase difensiva per la voglia di attaccare sempre».

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