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Manila Esposito: «Del calcio mi colpisce sentire i genitori dare consigli, anche litigare…nella ginnastica non esiste»

La ginnasta di Torre Annunziata vincitrice di 4 medaglie d’oro agli Europei a Sette: «Quando torno a casa la chiamata è “mamma arrivo, mi fai la pizza?”».

Manila Esposito: «Del calcio mi colpisce sentire i genitori dare consigli, anche litigare…nella ginnastica non esiste»

Sette, il settimanale del Corriere della Sera ha intervistato Manila Esposito, 17 anni, vincitrice di 4 medaglie d’oro agli Europei di ginnastica artistica. Oggi si prepara nella speranza di partecipare alle Olimpiadi, «Se non sarà a luglio, tornerò in palestra per essere pronta tra quattro anni».

A chi si ispira?

«L’americana Simone Biles e la brasiliana Rebeca Andrade sono dei riferimenti. Anche se la Biles è di un altro mondo, irraggiungibile: ai Mondiali di Anversa lo scorso anno ha portato un salto che di solito eseguono solo gli uomini, vederlo fare da lei è stato incredibile (e con la testa che si inclina sembra mimarlo mentre lo sguardo è quello di una bimba incantata, ndr). È la più forte, ma la pressione le ha creato non pochi problemi».

Segue una dieta?

«Mai, mangio di tutto. Semi sento un po’ pesante mi regolo, ma senza rinunce. Sono golosa e non so dire di no al cioccolato».

Il piatto a cui non rinuncia quando torna a casa?

«La chiamata tipica prima di partire è: mamma arrivo, mi fai la pizza?».

Viene fuori l’anima napoletana.

«Fino a 5 anni ho vissuto a Torre Annunziata. A Civitavecchia siamo arrivati perché papà lavorava per una società di traghetti».

Vengono a vedere le gare?

«Quando possono. A Rimini c’erano anche imiei nonni, gli zii, mia cugina. Quando torno a casa mi piace assistere alle loro partite. Del calcio mi colpisce sempre sentire i genitori parlare, dare consigli, a volte anche litigare…nella ginnastica non esiste».

Pensa di aver perso qualcosa della sua adolescenza?

«Non mi è mai pesata questa vita, l’ho scelta io. Quando inizierà a starmi stretta sarà il momento di allentare o smettere. Certo ci sono compleanni a cui non vai, però nel weekend mi ritaglio qualche momento per uscire».

Come ci si prepara per l’Olimpiade?

«Metto lo stesso impegno per ogni gara. Quello che cambia è la tensione: in questi giorni cresce perché anche dai risultati delle prossime settimane dipenderà la mia convocazione (domani e sabato ci sono le Final Six, a inizio luglio gli Assoluti, ndr). Saprò solo pochi giorni prima se farò parte della squadra che andrà a Parigi».

Casa è Civitavecchia o Torre Annunziata?

«Entrambe. A Civitavecchia ci sono la mia famiglia e gli allenatori Marco e Camilla con cui sono cresciuta. In Campania torno per Natale, lì mangio tantissimo».

Com’è stato andare a vivere da sola a 15 anni?

«Ho preso questa decisione per seguire i miei obiettivi: alcuni li ho raggiunti, un paio sono a portata di mano».

 

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