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L’Atalanta ha commosso Zubizarreta: «Ci sono volte in cui il calcio ti connette alla vita»

Su El Paìs: “Ci sono giorni e notti in cui il calcio serve a qualcosa che non è né un conto economico né un bilancio economico né un algoritmo”

L’Atalanta ha commosso Zubizarreta: «Ci sono volte in cui il calcio ti connette alla vita»
Mg Dublino (Irlanda) 22/05/2024 - finale Europa League / Atalanta-Bayer Leverkusen / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Giampiero Gasperini

Ci sono giorni e notti in cui il calcio serve a qualcosa, a qualcosa che non è né un conto economico né un bilancio economico né un algoritmo. Qualcosa che ti connette semplicemente con la vita”. L’Atalanta ha commosso Andoni Zubizarreta. L’ex portiere leggenda del calcio spagnolo nella sua rubrica sul Paìs ringrazia Gasperini per aver citato i morti del Covid nel momento di festa per la vittoria dell’Europa League. E ne trae un significato più ampio.

“Gasperini ci ha ricordato che la vita non è come uno di quei giochi in cui passato uno schermo non si torna a quel passato, ma è piuttosto un film in cui tutti i fotogrammi, anzi, quasi tutti, hanno un nel senso, un collegamento, forse, un perché e che nella felicità era necessario ricordare tutte le persone colpite, tutti i defunti, di quella città che era considerata e titolata come il punto zero della pandemia in Europa. Se il calcio, la sua capacità associativa e di convocazione, fosse stato considerato l’inizio dei mali, dovevamo approfittare del momento di felicità e di sorriso per ricordare tutti, proprio tutti, che ci hanno lasciato in quei momenti di buio e di oscurità”.

“E questo mi fa pensare a quel concetto che solitamente gestiamo con eccessiva facilità e che ha a che fare con l’essere una grande squadra. Sì, è vero e giusto associarlo ai loro successi, alle coppe che contiene la loro sala dei trofei, ai follower e agli abbonati che gli hanno associato, perfino ai turisti che visitano il loro museo, ai selfie che si scattano ogni giorno e le vendite dei loro negozi e delle loro magliette. Ma è altrettanto giusto e bello associarlo al legame con la sua gente, quella vicina, vicina, forse lontana ma vicina nel cuore e che si sente intimamente rappresentata nel dolore e nella gioia, negli ultimi cinque prima perduti come in una magica notte di Dublino. Nella capacità di rappresentare gli svantaggiati e di saper rendere omaggio a chi soffre, a chi è rimasto indietro, a chi oggi c’è chi pensa sia uno schermo superato e ammortizzato e al quale Gasperini, in rappresentanza di tutto il suo club, onorato, ricordato e portato. Si spera, un po’ di luce e gioia”.

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