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Serena Autieri: «Mio padre si vantava “La ‘uagliona è stata benedetta da Maradona!”» (Corsera)

«Andavamo a vedere gli allenamenti al campo Paradiso e una volta Maradona mi accarezzò la testa e mi diede un bacetto sulla fronte»

Serena Autieri: «Mio padre si vantava “La ‘uagliona è stata benedetta da Maradona!”» (Corsera)
Rai. Sede di Viale Mazzini, photocall dei conduttori Rai dei programmi Day Time estivi. Nella foto: Serena Autieri

Serena Autieri si racconta sulle pagine del Corriere della Sera. Lei un maschiaccio vestito da bambola perché la sua mamma si ostinava, mentre suo padre la portò da Maradona

La benedizione da Maradona

«Sono nata nel quartiere di Soccavo, in via dell’epomeo. Dietro casa nostra c’era il campo Paradiso, dove si allenava il Napoli, i giocatori li vedevamo spesso. Un giorno, avrò avuto 10 anni ed ero con papà, tifosissimo, abbiamo incontrato proprio Diego. Ci siamo avvicinati, lui mi ha accarezzato la testa e mi ha dato un bacetto sulla fronte. “La ‘uagliona è stata benedetta da Maradona!”, si vantava mio padre. Per giorni in famiglia non si parlava d’altro».

A calcio, dopo quella consacrazione, ci ha giocato?

«Nooo, solo tennis e pallavolo. Però sono una grande tifosa. L’anno scorso, poco prima che il Napoli vincesse lo scudetto, mi sono fatta un giro per il centro storico da sola, tra la gente. Chi mi voleva offrire un caffè, chi la parmigiana di melanzane».

Con Pippo Baudo a Sanremo 2003

«Ricordo il provino con Pippo, durò un’ora e mezza, mi fece cantare, recitare, ballare. Mi voleva in scena con poco trucco, mentre Gino Landi insisteva che dovevano nascondermi le lentiggini sul viso con tanto fondotinta: “In tv sembrano macchie”».

Vinse Baudo, sì?

«Sì. Da allora lo voglio sempre accanto a me, è stato pure il mio testimone di nozze».

La papera suprema.

«Sul set de Il principe abusivo. Scena con Christian De Sica. Ballavamo il tip tap. Danzando, dovevamo alzare la gamba e spingere indietro la spalliera del divano fino a farlo ribaltare. Dal soffitto scendeva la pioggia. Io portavo delle scarpette da ballo con tacchi di 7 centimetri, con De Sica me lo potevo permettere perché è alto, con altri no. Il costumista decise di tagliarli, ma dentro avevano l’anima di plastica, sul pavimento umido slittava come un pattino».

Ahia.

«Insomma, ho preso lo slancio e… un volo pazzesco, ho dato una sederata che ricorderò per tutta la vita. Mentre Christian, che non si era accorto di nulla, è andato avanti con la scena, finché il regista Alessandro Siani non ha gridato “Stooop! Stooop!”, anche perché ridevano tutti. A parte De Sica, mortificato “per la povera creatura”».

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