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Le Olimpiadi Milano-Cortina. “Nate a costo zero, ora le paghiamo noi” (Il Fatto)

“Le previsioni di spesa erano all’inizio di 1,5 miliardi, da compensare con sponsor, biglietti e merchandising. Ora sono salite a circa 4 miliardi e ad aprire i cordoni della borsa dovranno essere il governo, ma anche le Regioni e i Comuni”

Le Olimpiadi Milano-Cortina. “Nate a costo zero, ora le paghiamo noi” (Il Fatto)

“Olimpiadi del 2026: nate a ‘costo zero’, ora le paghiamo noi“, così titola “Il Fatto Quotidiano” un pezzo dove il giornalista Barbacetto polemizza sulle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. I Giochi Olimpici si terranno in una regione, la Lombardia, che non riesce a garantire neanche le strutture essenziali all’interno di una scuola, come la palestra, ma è pronta ad investire soldi per strutture sportive che verranno smontate subito dopo.

In Lombardia, che pure è la regione più avanzata d’italia, solo il 44 per cento degli edifici scolastici ha una palestra. Eppure un sacco di soldi saranno spesi per costruire impianti sportivi provvisori che saranno smontati dopo poche settimane. È una delle meraviglie delle Olimpiadi invernali 2026, vinte da Milano e Cortina. 

Per Sala è il bis dell’expo, un nuovo grande evento per concentrare soldi pubblici, avviare lavori e grandi opere, mettere un’altra volta in moto la macchina della comunicazione e del marketing urbano. 

Olimpiadi Milano-Cortina, si rischiano ritardi e dilatazione delle spese

Il pericolo c’è ancora ed è più o meno lo stesso d’allora: ritardi, dilatazione delle spese, litigi, errori di gestione, sprechi. Sala e le Regioni Lombardia e Veneto vinsero la non proprio affollata gara per i Giochi invernali con un dossier di candidatura che prometteva Olimpiadi “sostenibili” e “interamente finanziate da capitali privati”, che sarebbero state realizzate con “una formula sostenibile e innovativa che permetterà all’italia di essere un esempio per le prossime edizioni dei Giochi”. 

Le previsioni di spesa sono salite a 4 miliardi, che verranno da governo, regioni e comuni

Tutte balle, le previsioni di spesa erano all’inizio di 1,5 miliardi, tutte da compensare con le entrate degli sponsor (che invece latitano) e da biglietti e merchandising (chissà). Ora sono salite a circa 4 miliardi e ad aprire i cordoni della borsa dovranno essere il governo, ma anche le Regioni e i Comuni. Dovranno essere coperti i costi (80 milioni, per ora) della pista di bob a Cortina (e gli iscritti al settore bob della Federazione Italiana Sport Invernali sono solo una quarantina: non proprio uno sport di massa). A Milano sarà montato un impianto di pattinaggio dentro la Fiera di Rho che sarà poi smontato a Giochi finiti: uno spreco assoluto. Nel quartiere Santa Giulia sarà costruito il Palaitalia, l’arena progettata per le Olimpiadi da David Chipperfield, prima pietra nel 2023, costi stimati 180 milioni, extracosti già lievitati del 30 per cento (per ora) e il sindaco che ammette che ci vorranno soldi pubblici per aiutare l’operazione privata: “Troveremo il modo”.

Strani liberali, curiosa concezione del libero mercato: quando i guadagni sono più del previsto è “successo d’impresa”; la volta che sono meno del previsto, si invoca l’aiuto pubblico. Ma non dovevano essere Olimpiadi “risparmiose”, “a costo zero”?

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