Alla Gazzetta: «È un momento particolare per la Juve. Hanno avuto a che fare con sfide dentro e fuori dal campo. C’è grande pressione: va supportata e gestita»

L’ex Juve Del Piero ha rilasciato un’intervista alla “Gazzetta dello Sport” dove ha parlato della situazione della sua ex squadra.
Come si vede da lontano la situazione di Allegri e il dibattito che c’è attorno alla sua figura?
«Lungi da me mettermi in mezzo a questo tipo di cose. Sì, vedo e leggo che si parla tanto di Allegri e della Juve, ma a mio avviso le cose sono abbastanza chiare, poi dipende da come vuoi vedere la situazione. Si può dire che tanto Allegri come la Juve hanno fatto tutto quello che dovevano fare o al contrario che si poteva far di più, o un mix delle due cose. Io non decido né sono mai stato interpellato in questo senso».
Un’idea però se la sarà fatta.
«Diciamo che è senz’altro un momento particolare per la Juve e lo è ormai da diversi anni. Hanno avuto a che fare con diverse sfide dentro e fuori dal campo, devono riuscire a mettere a posto le cose una a una e si tratta di un percorso lungo. E non è semplice perché alla Juve non c’è mai tempo, ha gli occhi del mondo addosso e tutto viene amplificato. Questo non è un momento semplice per nessuno. C’è grande pressione: va sopportata, gestita, e in un mondo ideale trasformata in energia positiva. La Juve ce l’ha fatta per diversi mesi, ultimamente no: in campionato sono arrivate diverse brutte battute d’arresto. Detto questo, ripeto, le valutazioni più profonde e le eventuali soluzioni da prendere le lascio a chi è del settore e a chi può e deve decidere veramente. Io resto un outsider».
Del Piero: «Negli ultimi anni le italiane in Europa hanno fatto un percorso incredibile»
In Champions italiane fuori ai quarti, ma abbiamo tre semifinaliste tra Europa e Conference League. Com’è il bicchiere?
«Pieno, tutta la vita! Non scherziamo. Il prossimo anno avremo 5 squadre in Champions, il percorso delle italiane in Europa negli ultimi due anni è stato incredibile, e poi quanto successo la scorsa stagione è stata l’eccezione, non la regola. Il bicchiere resta mezzo pieno anche se allarghiamo il discorso al tema economico, agli sforzi e agli investimenti che possiamo fare rispetto ad altre nazioni. L’Italia negli ultimi due anni con idee, creatività e capacità di reinventarsi, cosa nella quale siamo bravissimi, è riuscita a ritagliarsi un ruolo importante in Europa. Ora per tornare a ciò che eravamo negli anni 2000 la strada è molto molto lunga, ma stiamo facendo dei passi importanti, nonostante non abbiamo stadi decenti e tanti altri aspetti negativi del nostro calcio».
Sorpreso da Daniele De Rossi?
«Sì e no. Ho fatto parte del corso da allenatore con Daniele, lui ha finito lo scorso anno e io lo sto finendo ora, e non mi sorprendono il suo atteggiamento, la sua conoscenza calcistica, il suo modo di porsi, la sua energia. Sorprendono un filo i risultati, ma anche lì se poi guardi alla rosa della Roma, è ottima. Diciamo che dico sì e no perché in Europa non era facile far così bene. Perché a volte le cose non funzionano e basta, senza un motivo particolare. A volte fai le scelte giuste ma qualcosa non funziona. Penso al Bayern Monaco. Sono felice per Daniele perché è un ragazzo eccezionale e se lo merita».
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