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Lo schema del Napoli per la respinta sul rigore dimostra che l’intelligenza serve sempre

I dettagli che fanno la differenza e fanno vincere la partita. Anguissa, Raspadori e Di Lorenzo come alla partenza di una gara di atletica

Lo schema del Napoli per la respinta sul rigore dimostra che l’intelligenza serve sempre

Lo schema del Napoli per la respinta sul rigore dimostra che l’intelligenza serve sempre

A noi piace chiamarlo schema. Perché sicuramente è stata una mossa studiata. Che conferma quanto l’intelligenza sia imprescindibile in ogni ambito della vita. Perché sì il Napoli contro la Juventus è stato bravo, ha avuto anche culo (che è come l’intelligenza: imprescindibile), ma ha anche studiato a fondo un dettaglio che è risultato decisivo.

Forse l’idea sarà venuta a un calciatore, a noi piace immaginare che sia stata di Raspadori un giocatore pensante che non sbaglia un congiuntivo, che non perde mai le staffe, che è educato e rispettoso al punto che qualcuno comincia a considerare questo suo aspetto come un limite.

Lo schema sul rigore dettato da esigenze darwiniane

Raspadori o meno, qualcuno nel Napoli in allenamento deve aver detto: “oggi parliamo dei rigori”. Forse l’idea è nata anche darwinianamente, nel senso che il Napoli ne sbaglia talmente tanti di rigori che ci si è posti il problema della respinta. Problema oggi non di secondaria importanza visto che col Var bisogna stare bene attenti a non entrare in area prima che il calciatore colpisca il pallone. E giustamente al Napoli hanno pensato che allora è meglio posizionarsi uno-due metri più dietro rispetto al solito, prendere la rincorsa più o meno in contemporanea al rigorista (stando attenti a entrare in area subito dopo il tiro) in modo da ritrovarsi in partenza lanciata e quindi superare a velocità quasi doppia i difensori avversari che invece sono ancora alle prese con le prime falcate e quindi sono decisamente più lenti.

È esattamente quello che è successo ieri sera al Maradona. Guardate la foto. C’è Osimhen che sta prendendo la rincorsa. Otto calciatori della Juventus ai confini dell’area di rigore. Più dietro, diremmo due metri più dietro, a destra ci sono Anguissa, Raspadori e Di Lorenzo. Anguissa è proprio come se fosse sui blocchi di partenza di una gara di atletica.

Qui sotto invece c’è il secondo scatto. I tre del Napoli sono ancora dietro ma sono partiti. Raspadori sembra Asterix, Anguissa è lanciato verso la meta e poi c’è Di Lorenzo, Nel momento esatto in cui Osimhen sta per calciare il suo orrendo rigore, i tre hanno cominciato la loro corsa.

Avviene né più né meno quel che accadde a Mosca 1980 con Pietro Mennea che mangiò metri su metri ad Allan Wells.

Al momento della respinta di Szczesny, i tre del Napoli hanno colmato la distanza dagli juventini. Ora sono praticamente appaiati ma i calciatori del Napoli hanno un velocità di gran lunga superiore. Come se fosse una volata ciclistisca tra uno lanciato e uno che parte da fermo. Nemmeno Cipollini vincerebbe da fermo.

E infine il sorpasso… Sul pallone arrivano prima i tre calciatori del Napoli: Di Lorenzo, Raspadori e Anguissa. Per fortuna, calcia Raspadori. 

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