Eredità Agnelli, la madre degli Elkann denunciò la scomparsa di 13 quadri d’autore (Monet, De Chirico)

Il Fatto. Ora la Finanza nelle perquisizioni nei caveau e alla Fondazione Agnelli ha trovato numerose opere d'arte: bisogna stabilire se siano state dichiarate al fisco

Agnelli Elkann

Marella Agnelli (R), the widow of late Fiat patriarch Giovanni Agnelli, with her nephews Lapo (L) and John Elkann (C) attends the funeral service for Giovanni Agnelli in Turin, Sunday 26 January 2003. An estimated 10,000 mourners who crowded around Turin Cathedral, many of them Fiat assembly line workers, applauded as the coffin, bedecked with white roses, was taken to his last resting place in the family crypt outside the city. AFP PHOTO CARLO FERRARO (Photo by CARLO FERRARO / AFP)

Eredità Agnelli, la madre degli Elkann denunciò la scomparsa di tredici opere d’arte. Lo scrive Il Fatto quotidiano. Ecco cosa riporta il giornale diretto da Marco Travaglio.

Le nuove accuse mosse dalla Procura di Torino spostano il terreno dell’inchiesta sull’eredità Agnelli su un nuovo campo: lo Stato potrebbe presentare il conto anche per la collezione di quadri appartenuti a Marella Caracciolo Agnelli, trovati dalla Guardia di Finanza nel corso delle perquisizioni effettuate nei giorni scorsi. Si tratta di decine di opere d’arte, conservate in vari caveau, nelle residenze e alla Fondazione Agnelli, di cui gli inquirenti stanno facendo valutare valore (che in alcuni casi potrebbe raggiungere cifre consistenti), provenienza e proprietà.

L’ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato – contestata alcuni giorni fa a John, Lapo e Ginevra Elkann – potrebbe infatti essere estesa anche ai dipinti: se anche i quadri facevano parte del patrimonio ricevuto dalla nonna, avrebbero dovuto essere dichiarati al Fisco.

Nel capoluogo lombardo, infatti, è aperta un’inchiesta parallela, nata anche in questo caso da un esposto di Margherita Agnelli, figlia di Gianni e Marella e madre dei fratelli Elkann, nonché grande esclusa dall’asse ereditario. Margherita, che nel 2004 ha firmato in Svizzera un patto successorio per rinunciare all’eredità, ma sostiene di essere stata ingannata, perché le sarebbero infatti stati celati una provvista di patrimonio offshore e un buon numero di quadri. Tredici tele (di autori del calibro di Monet, Balthus e De Chirico) sarebbero sparite alla morte di Marella nel 2019. Secondo un investigatore privato svizzero incaricato da Margherita Agnelli i quadri sarebbero finiti nel porto franco di Chiasso, ma quando i pm milanesi vanno a vedere, dopo una rogatoria internazionale, non trovano niente. Ecco spiegato uno dei motivi per cui qualsiasi cosa riguardi esportazioni di quadri è tenuto in alta considerazione.

Nelle caldaie di casa Elkann trovati i documenti delle assunzioni fittizie della servitù di Marella Agnelli

Nelle caldaie di casa Elkann trovati i documenti delle assunzioni fittizie della servitù di Marella Agnelli. Lo riporta il quotidiano Il Messaggero che dedica una pagina

all’inchiesta della Procura di Torino che vede indagati per truffa ai danni dello Stato tutti e tre i fratelli Elkann.

Tutto ruota attorno alla cittadinanza di Marella Caracciolo vedova Agnelli. I fratelli Ellkann l’hanno fatta figurare dal punto di vista fiscale come cittadina svizzera ma la Procura (su denuncia della figlia Margherita) è convinta del contrario.

Scrive Il Messaggero:

E ora a franare è l’assetto della società Dicembre, “cassaforte” della famiglia Agnelli e controllante, attraverso plurimi passaggi societari, la stessa Exor. Nell’ultima annotazione del Nucleo di polizia economica e finanziaria torinese che sta conducendo le indagini, redatta lo scorso 5 marzo, si spiega chiaramente che «le cessioni di quote avvenute tra Marella Caracciolo e i nipoti indagati paiono rivestire carattere di atti simulati, non essendo ad oggi stata acquisita prova del pagamento del prezzo ed emergendo anche profili di apocrifia delle firme dei documenti indicati». «Tali opacità – si legge nell’ultimo decreto di sequestro firmato il 6 marzo dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dal sostituto Giulia Marchetti – si aggiungono a quelle relative al titolo giuridico di possesso delle quote in questione da parte di Marella». 

C’è poi la vicenda delle assunzioni formali da parte di John Elkann delle persone che lavoravano al servizio di Marella Agnelli.

Per realizzare «la strategia evasiva», secondo la Procura subalpina, John Elkann avrebbe assunto formalmente i dipendenti delle residenze di Villa Fresco, Villa To e Villar Perosa che «assistevano di fatto Marella Caracciolo». Nel locale caldaie dell’abitazione del pupillo di Gianni Agnelli, prescelto come suo erede “al trono della Fiat”, i militari del nucleo economico finanziario di Torino hanno trovato durante le perquisizioni una ventina di faldoni con i documenti di «domestici, cuochi, autisti, governante, guardarobiera, maggiordomi».

L’assunto degli inquirenti secondo cui Elkann avrebbe fatto figurare che lavoravano per lui, «al fine di non compromettere la
possibilità che la defunta nonna fosse effettivamente residente in Svizzera», «appare largamente confermato dalle dichiarazioni» degli ex dipendenti sentiti come testimoni.

Tra di loro c’è anche Carla Cantamessa, che si occupava della gestione amministrativa delle abitazioni riconducibili alla famiglia Angelli-Elkann. Tra il materiale che le è stato sequestrato ci sono anche documenti sui «giardinieri dismessi dal 2020», ossia dopo la morte di Marella Caracciolo.

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