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Calvo: «In Serie A non si decide. Nella Liga il presidente ha tutti i poteri, in Italia era così negli anni ‘90»

A C&F: «Sponsor di maglia? Arriviamo da anni complicati per l’immagine del brand. Difficile che i diritti tv crescano ancora»

Calvo: «In Serie A non si decide. Nella Liga il presidente ha tutti i poteri, in Italia era così negli anni ‘90»
Mg Torino 12/02/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Fiorentina / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Francesco Calvo

Francesco Calvo, Managing Director Revenue & Football Development della Juventus, ha parlato in esclusiva a Calcio e Finanza in occasione dello Juventus Business Forum svelando i piani e le strategie del club bianconero. Di seguito alcuni estratti dell’intervista.

Calvo: «Non sappiamo quale sarà l’impatto del Mondiale per Club»

Il potenziale economico della qualificazione al Mondiale per Club:

«Per noi è una grandissima opportunità, era estremamente importante qualificarci per il futuro della Juventus non solo per quanto riguarda il tema della sostenibilità economica ma anche per la forza commerciale. C’è un elemento di curiosità per capire come sarà questo Mondiale nella sua prima edizione. Infatti non sappiamo bene ancora quale sarà l’impatto del torneo, visto che sarà in un momento della stagione particolare considerando che si giocherà tra metà giugno a metà luglio».

Calvo sul nuovo sponsor di maglia:

«È una sfida importante per noi anche perché era da tanti anni che non andavamo sul mercato per cercare uno sponsor di maglia. Inoltre arriviamo da anni complicati per quanto concerne l’immagine del brand Juventus, questo è un dato di fatto. Poi c’è una considerazione più generale: per il prestigio del nostro blasone è difficile trovare il partner adatto ma la grandezza del nostro marchio si definisce anche da quanti no riusciamo a dire visto che non siamo un marchio per tutti. In questo momento è molto difficile dire di no ma siamo ancora nella fase in cui diciamo tanti no alla ricerca del partner giusto».

Il sogno di una sede del club a Milano

Il dirigente juventino parla anche della difficoltà di essere lontani da Milano, sede della Borsa e centro economico italiano:

«A livello prettamente commerciale Milano offre opportunità superiori rispetto a Torino. Il nostro team commerciale è stabilmente nel capoluogo lombardo, che alla fine è il centro economico italiano. Ogni tanto sogno di essere a Milano come società, ma ci sono già due squadre e non ci sarebbe spazio. Detto questo, siamo orgogliosi di poter rappresentare Torino nel mondo, una città a cui siamo storicamente molto legati e che anche i nostri tifosi, italiani e internazionali, considerano casa, una città alla quale Juventus apporta valore in termini di notorietà ed in termini economici».

Il gap della Serie A con il resto dell’Europa

Cardinale ha spiegato quanto è difficile fare business nel mercato italiano se la Serie A non riesce a sviluppare il proprio potenziale. È un tema anche per la Juventus?

«È questa la vera sfida e anche il problema che viviamo e vediamo quotidianamente. Abbiamo analizzato i dati degli incassi dei diritti televisivi prima e dopo l’introduzione della Legge Melandri: nel 2009 l’Atletico Madrid incassava 50 milioni mentre la Juventus ne riceveva 110 perché andava a vendere i diritti tv direttamente. Oggi invece l’Atletico Madrid incassa 130 milioni e la Juventus arriva forse a 85. Fa spavento pensare che l’ultima squadra inglese incassi più della prima italiana. Nella Liga il presidente ha tutti i poteri. È una situazione simile a quella che avevamo in Italia negli anni ‘90 e all’inizio duemila, quando la Serie A e la Serie B erano insieme in un’unica lega. In quel contesto il calcio funzionava forse meglio, era un business diverso, più piccolo però si decideva».

La spinta dei ricavi da diritti televisivi si è esaurita?

«Sicuramente la corsa dei diritti televisivi che ha guidato la crescita del calcio credo sia adesso finita, lo abbiamo visto con tutte le aste dei diritti domestici europei e per cui i diritti tv è difficile cresceranno ancora. Invece sta crescendo molto il settore delle entrate commerciali grazie a sponsorizzazioni in continua crescita sulla spinta dell’ingresso di nuovi player da Paesi extraeuropei quali Asia e Medio Oriente».

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