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Roma, arrestato ex promessa del calcio Diaby per sequestro lampo di persona (Il Messaggero)

E’ successo a Ponte Milvio. Per Diaby, soprannominato “Balotelli”, scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare, il denaro era «un’ossessione».

Roma, arrestato ex promessa del calcio Diaby per sequestro lampo di persona (Il Messaggero)

Il calciatore classe 2003 Aboudrame Diaby, ex Primavera della Roma, è stato accusato del sequestro lampo del 20enne Danilo Valeri e ora si trova in carcere. E’ successo nella notte del 22 dicembre 2022, sette ragazzi dal Moku Sushibar di Ponte Milvio hanno trascinato Danilo con la forza in auto e l’hanno rilasciato la mattina successiva. A finire dietro le sbarre anche Osvaldo Isaac Jmenez Gonzales, giovane domenicano arrestato anche per spaccio.

Roma, quella sera Danilo Valeri era con amici, tra cui Chanel Totti:

Secondo quanto riportato da Il Messaggero:

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti sarebbe stato Osvaldo ad avere contratto un debito di droga da 10mila euro da riscuotere da Valeri, figlio del pregiudicato Maurizio, il “Sorcio”, già vittima di una gambizzazione a San Basilio. E per Diaby, soprannominato “Balotelli”, scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare, il denaro era «un’ossessione». Intercettato mentre sta scontando i domiciliari con il braccetto elettronico, un sodale lo rimprovera a proposito di un recupero di 500 euro: «Te li faccio prende, ma tu stai a tarantella, se tu mi facevi fa st’affare, invece che c’hai sta fame de piglia’ sti soldi…».

Gli agenti della Squadra mobile ora sono sulle tracce degli altri 5 appartenenti alla spedizione. Quella notte Danilo aveva proseguito la serata al tavolo con conoscenti nel locale affollato di clienti, tra cui Chanel Totti (estranea come gli altri ai fatti). All’improvviso entra Diaby, cappuccio e mascherina. Qualcuno lo riconosce e il suo nome («tale Abudabi») verrà fatto alla polizia. Danilo, però, non lo segue, ma poco dopo uscirà in strada e verrà agganciato dalla banda. Al buttafuori che prova a fermare l’auto, Diaby incalza: «A zi’ fatti i ca.. tui, ce deve da’ i soldi». E ai tanti che assistono assiepati sul marciapiede intima: «A rega’ fateve i ca.. vostri.. Che devo mette’ una bomba qua?.. Faccio salta’ tutto in aria». Il padre di Danilo, intanto, chiama un intermediario egiziano e alle 12.45 del giorno dopo avvisa un amico di Danilo, Matteo: «Me lo stanno riportando a casa».

Ma dove lo avevano portato in quelle drammatiche ore? Tracciando le celle telefoniche a cui si erano agganciati i cellulari di vittima e rapitori, non è escluso che il ragazzo fosse stato in un covo nell’ex hotel Cinecittà, albergo dismesso e divenuto occupazione a prevalenza di nuclei sudamericani. Danilo rivelerà ai poliziotti: «Non ricordo nulla, so solo che mi sono risvegliato su un taxi diretto a casa». Il padre, invece: «Mai parlato con nessuno di quanto accaduto a mio figlio in quelle ore»). Salvo avere pagato un riscatto. Entrambi ora sono indagati per falsa rivelazione ai pm”.

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