Un vero psicodramma l’inizio di partita. La svolta grazie ai cambi coraggiosi di Calzona, soprattutto l’inesistente Kvara.

Napoli, l’1-1 con il Barcellona è un mezzo miracolo. Lo scrive la Gazzetta dello Sport con Fabio Licari.
‘O miracolo quasi riesce nello stadio dei santi Paolo e Diego. L’1-1 con il Barcellona è comunque un mezzo prodigio considerando l’instant-debutto di Francesco Calzona, anche lui aspirante a un bel posto nel calendario per l’incarico che s’è preso e per come si era messa la partita. Un vero psicodramma. Il Barcellona dominante: manovra intrisa di palleggi, pressing, cambi di fascia e scatti veloci ai quali non c’era risposta.
E il Napoli a subire, sotto choc, incapace di uscire con azioni collettive, zero tiri (in porta e fuori) per 75 minuti. Però soltanto un gol di Lewandowski a fare la differenza: negli ultimi metri anche il Barça non ha una batteria di cannonieri e Meret fa tutto il possibile. Poi la svolta, grazie anche ai cambi coraggiosi di Calzona, soprattutto l’inesistente Kvara. Comincia un’altra partita: un quarto d’ora finale nel quale Osimhen, alla prima palla buona, trova il pari mettendo a nudo tutti i limiti della difesa fin lì ben mascherati. Per poco non arriva il 2-1. Insomma, niente è perduto da qui al ritorno perché il Barça, come dicono in Spagna, ha tanti problemi.
Capello a Sky: «Il Napoli ha giocato con paura».
Finisce l’1-1 la sfida tra Napoli e Barcellona in Champions League. Il Napoli ha rischiato di perderla, ma anche di vincerla nel finale della gara e negli studi di Sky si commenta la prima di Calzona sulla panchina azzurra. Tengono banco la sostituzione di Osimhen subito dopo il gol e la prestazione dei padroni di casa che nella prima mezz’ora ha dimostrato di aver paura del Barcellona.
Capello: «Il Napoli ha giocato con paura, poi venti minuti finali alla rovescia. I calciatori si nascondevano. Mi sembrava un Napoli vuoti fisicamente. Non c’era velocità, evidentemente era questione di testa più che di condizione fisica. Perché poi si sono svegliati. Lobotka ha fatto sempre passaggi all’indietro».
Di Marzio: «Osimhen si è sdebitato tanto. Non ci sono stati applausi scroscianti al fischio finale. Il gol è arrivato al primo vero tiro in porta del Napoli. Calzona non ha guardato in faccia a nessuno nei cambi. Kvaratskhelia è stato impalpabile, Calzona ha mostrato di voler attingere al resto del gruppo. Ha tolto tutto il tridente d’attacco. L’unico cambio che ha suscitato perplessità è stato quello di Osimhen, vero che il cambio era programmato ma un attaccante dopo aver fatto quel gol va lasciato in campo. Mio padre l’avrebbe commentata così».
Capello: «Sono d’accordo. Prima Osimhen aveva litigato non aveva giocato, dopo è stato un Napoli diverso. Finalmente ha cominciato a giocare con la palla veloce. Nella fase finale la palla girava più velocemente e il Barcellona non riusciva intercettare»
Di Canio: «Calzona si può permettere tutto per la situazione che c’è a Napoli, i calciatori devono ascoltare l’allenatore. Lui però se ne sbatte perché è protetto dalla società. Kvara tanto fumo ma niente arrosto. La sostituzione di Osimhen è un peccato di gioventù da allenatore».