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I calciatori del Napoli marionette nelle mani dei capricci da Serie B di De Laurentiis (La Opinion)

Il Napoli non sa che fare in campo, Osimhen corre senza meta e con l’istinto suicida dei moticiclisti napoletani, e per Kvaratskhelia Koundé diventa un difensore fortissimo

I calciatori del Napoli marionette nelle mani dei capricci da Serie B di De Laurentiis (La Opinion)
Ci Napoli 21/02/2024 - Champions League / Napoli-Barcellona / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: gol Victor Osimhen

Duro commento de La Opinion sulla partita tra il Napoli e il Barcellona che si è disputata ieri sera per gli ottavi di Champions League. La squadra azzurra viene dipinta come allo sbando senza la minima idea di come giocare, confusione notata anche da Calzona, e la colpa viene data al presidente De Laurentiis.

I capricci di De Laurentiis

“I calciatori del Napoli sono scesi in campo confusi e senza avere la minima idea di come posizionarsi, come attaccare o difendere o a chi diavolo passare la palla. I campioni dell’ultimo Scudetto, marionette nelle mani dei capricci da Serie B del patron Aurelio De Laurentiis, avevano appena esonerato il loro terzo allenatore della stagione, Francesco Calzona. Lobotka, che doveva essere la presunta mente del centrocampo, era a braccia aperte mentre Osimhen, correva senza meta e con l’istinto suicida dei moticiclisti napoletani, e Kvaratskhelia, l’artista curvo, vedeva in Koundé un difensore senza eguali”

Grande coraggio quello dimostrato invece dal nuovo tecnico del Napoli che ha sostituito Kvara senza pensarci troppo perché, come ha detto lui stesso, resta in campo chi gioca bene, senza badare al nome.  Alla fine la risolve Osimhen, il solito Osimhen

“Calzona ha optato per il coraggio. Si è liberato di Kvaratskhelia senza complessi. Ha approfittato dello scoraggiamento progressivo che ha visto nelle fila del Barcellona. E Osimhen, la prima volta che ha ricevuto palla in area, ha vinto il duello contro Iñigo Martínez e ha battuto  Ter Stegen nel primo tiro in porta del Napoli. Lewandowski ha alzato lo sguardo. Ma forse non ha visto il cielo, ma i ferri arrugginiti del tetto del vecchio San Paolo. Il dolore è meglio compreso a Napoli che altrove”.

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