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Razzismo: la maggior parte dei processi penali finiscono archiviati o assolti (CorSera)

I colpevoli subiscono il Daspo ma nessuna condanna penale. Pm e giudici minimizzano, chiedono l’archiviazione o l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato

Razzismo: la maggior parte dei processi penali finiscono archiviati o assolti (CorSera)
Db Milano 26/02/2023 - campionato di calcio serie A / Milan-Atalanta / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Maike Maignan

Il Corriere della Sera evidenzia il numero crescente di episodi di razzismo negli stadi. L’ultimo ai danni di Maignan durante Udinese-Milan. Ma dal 1° aprile 2022, cioè dalla riapertura degli stadi dopo la pandemia, “i questori italiani hanno emesso 6.104 Daspo“.

Lo chiamano “effetto rimbalzo“, un aumento considerevole degli episodi al termine di una “astinenza forzata“. Per questo quindi ci sarebbero più casi di razzismo e violenza rispetto al passato. Non solo insulti, ma anche oggetti lanciati dagli spalti potenzialmente assai pericolosi per i calciatori.

Tanti Daspo per razzismo, tante denunce penali, poche sentenze

Il Corriere della Sera nota come ai Daspo, spesso fa seguito anche la denuncia penale. Purtroppo però, i procedimenti giudiziari non arrivano quasi mai a sentenza.

Degli oltre seimila Daspo, circa 200 sono dovute a «condotte discriminatorie», e quindi insulti, cori e comportamenti che rientrano nella categoria degli eventi razzisti per il colore della pelle o appartenenza etnica o religioso.

La gran parte dei procedimenti giudiziari è rimasta senza esito e, se le pronunce dei giudici costituiscono un precedente, è presumibile che si prosegua su questa strada“.

Sono 199 i denunciati per «cori e insulti» razzisti, di questi ben 162 riguardano due episodi avvenuti il 4 aprile e il 7 maggio dello scorso anno. Si tratta dell’episodio avvenuto all’Allianz Stadium di Torino ai danni di Lukaku (all’epoca calciatore dell’Inter) e degli insulti a Vlahovic durante Atalante-Juventus.

Il primo processo è finito in archivio, su richiesta del pubblico ministero. Secondo i magistrati, il reato fu commesso, ma rientrata nei casi di non punibilità previsti dalla «tenuità del fatto»“. Come spiegava poi la sentenza, le persone si sono influenzate l’un l’altra, tutte mosse da rivalità sportiva e per un lasso di tempo non significativo.

Il secondo è ancora in attesa di essere esaminato. Per il pm “le grida contro l’attaccante serbo non possono essere classificate come istigazione razziale“. La tesi è che si tratti più di ingiurie che di insulti razzisti. Perciò non più penalmente rilevanti.

Insomma, da un alto si condanna e dall’altro si assolve. Emblematico il caso dell’ultrà veronese che in un Hellas-Brescia insultò pesantemente Balotelli. Fu assolto allora e un mese fa “è stato condannato a 8 anni e 2 mesi per l’assalto alla sede della Cgil del 2021“.

 

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