La sua funzione da psicoterapeuta che però non può sovrastare quella di allenatore. E attenzione alla Salernitana di Inzaghi

Psicoterapeuta e allenatore
A Mazzarri non rimane che inseguire qualcosa che serva “ad aiutare” nella sua funzione da psicoterapeuta che però non può sovrastare quella di allenatore: per cominciare, le voci delle dimissioni sono da spazzare via, come dimostra la sua presenza a Castel Volturno e quella voglia di non arrendersi confessata agli amici. Ma c’è il derby in vicinanza, e non sarà una gara semplice per gli svariati motivi che fanno un po’ retorica ma anche no: la pressione, e ci sta, ma anche l’organizzazione, e bisognerà inventarsela, perché le linee difensive di Pippo Inzaghi con la Juve sono crollate solo al 91’ e perché il contropiede della Salernitana ha fatto male anche a Madame, non soltanto al Milan. E dunque, diventa questione tattica, ancora prima che psicologica, e Mazzarri nella sua solitudine deve decidere cosa fare di questo Napoli che poi dovrà portare a Riyad, nella fase finale di Supercoppa in cui ci sarà comunque tanto di Spalletti e di quel gioco: chissà se anche il 4-3-3 oppure, boh. Ma cosa volete che siano questi, se non numeri smontati in fretta?
De Laurentiis manda il Napoli in ritiro punitivo, rischia anche Mazzarri. Lo scrive Repubblica.
Castigo doveva essere e alla fine è stato, con i campioni d’Italia spediti da ieri in clausura e senza una scadenza temporale precisa, visto che dopo il derby di sabato con la Salernitana — al Maradona — Di Lorenzo e compagni voleranno subito in Arabia per la Supercoppa italiana. C’è il rischio quindi che il provvedimento punitivo si protragga per un paio di settimane, nonostante le resistenze dei giocatori.
«Elmas è già venduto e Zielinski preferisce forse le nebbie del Nord…», aveva tuonato Adl lo scorso 20 dicembre in un’intervista surreale, a cui avrebbe dovuto fare subito seguito — con l’imminente partenza per la Coppa d’Africa di Anguissa — almeno l’acquisto di un centrocampista. Invece sono passati 20 giorni e alla prima del 2023 la squadra è stata costretta a presentarsi in emergenza, con gli uomini contati in ogni reparto.
Ma dal mea culpa di De Laurentiis al ritiro punitivo è stato un attimo e ora nel Napoli sono tutti sulla graticola. Anche Mazzarri, che rischia di pagare in prima persona per aver assecondato le richieste del suo presidente.