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Lo sci è diventato una carneficina, ma i campioni non fanno niente per proteggersi (Telegraph)

Da Shiffrin in giù L’elenco delle cadute di questa stagione è inquietante. Che sta succedendo? La Fis: la qualità della neve non c’entra

Lo sci è diventato una carneficina, ma i campioni non fanno niente per proteggersi (Telegraph)

Mikaela Shiffrin, la più grande sciatrice di tutti i tempi, si è andata a schiantare contro la recinzione di sicurezza in una curva della discesa libera a Cortina. All’inizio del mese, il suo compagno, il campione norvegese Aleksander Aamodt Kilde, è uscito di pista a 120 km orari a Wengen, riportando una brutta lacerazione al polpaccio, una spalla lussata e i legamenti strappati. Il francese Alexis Pinturault ha subito un incidente terribile nella stessa gara. Anche la principale rivale di Shiffrin nella classifica di Coppa del Mondo di slalom, la slovacca Petra Vlhova, si è infortunata al ginocchio cadendo nello slalom gigante a Jasna. La campionessa olimpica svizzera Corinne Suter si è strappata il legamento crociato anteriore e si è danneggiata il menisco nella stessa discesa di Cortina di Shiffrin. E l’austriaco Marco Schwarz, ex campione del mondo che era in testa alla classifica generale, ha chiuso la sua stagione con la discesa di Bormio a fine dicembre. L’elenco degli infortuni dello sci, quest’anno, è incredibile.

Perchè così tanti? Le gare di sci stanno diventando più pericolose? Se lo chiede il Telegraph. La stessa Federazione internazionale la descrive come una “tendenza”. Sofia Goggia l’ha buttata lì: “Se gli sciatori più forti cadono, c’è da farsi qualche domanda”.

Per il Telegraph la prima possibile risposta è il calendario sovraffollato. Ma Lara Gut-Behrami, campionessa olimpica di superG, ritiene che la questione sia più complessa di così: “Parlare solo del numero di gare è inutile. Ci sono moltissime ragioni che influenzano le prestazioni. È vero, il programma è molto pieno. Ma è così da anni. Anche quando non ci sono le gare tutti gli atleti vanno ad allenarsi. C’è più stress a causa di tutto il resto che circonda questo sport. Mentre prima si trattava solo di sciare, ora un atleta deve fare multitasking e preoccuparsi di curare la propria immagine e di farsi marketing. Ma i giorni durano ancora 24 ore”.

Intanto la Fis respinge le ipotesi secondo cui il riscaldamento globale o il cambiamento delle condizioni della neve potrebbero essere un fattore alla base dei recenti incidenti, e dice che sciatori e allenatori hanno la possibilità di ispezionare completamente il percorso prima di ogni gara.

Forse – continua il Telegraph – è semplicemente perché la posta in gioco nello sci sta diventando più alta? Più soldi, attrezzature migliori, limiti più netti? È certamente vero che gli atleti potrebbero fare di più per aiutarsi. L’intimo tecnico a prova di taglio, realizzato in polietilene resistente, più resistente dell’acciaio o del Kevlar, avrebbe potuto prevenire per esempio la lacerazione del polpaccio di Kilde. È obbligatorio negli eventi paralleli. Ma ai discesisti non piace perché li rallenta. Goggia dice che “dovrebbe essere obbligatorio”.

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