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La Var è diventata un film dell’errore e dell’orrore. Più Dario Argento che Irrati (Gazzetta)

Sulla battaglia tra club e arbitri: “Allenatori e giocatori dovranno recuperare le buone maniere che avevano in classe con i prof; gli arbitri rinunciare al dogma di infallibilità che spetta al Papa e all’arroganza da sceriffi”

La Var è diventata un film dell’errore e dell’orrore. Più Dario Argento che Irrati (Gazzetta)
Mp Roma 24/05/2023 - finale Coppa Italia / Fiorentina-Inter / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Massimo Irrati

Luigi Garladno sulla Gazzetta dello Sport commenta la surreale situazione del calcio italiano in cui si accesa una guerra aperta tra i club e gli arbitri, nata dalle tante contestazioni al Var. Le parole del designatore Rocchi, «Sta passando il messaggio che il problema del calcio italiano siano gli arbitri e questo non lo accetto», hanno di fatto squarciato il velo sula sfida.

Var  film dell’errore e dell’orrore

“I primi imputano fischi surreali e la Var diventata un film dell’errore e dell’orrore. Più Dario Argento che Irrati. Il Rocchi Horror Picture Show. Gli arbitri denunciano le polemiche feroci, gli insulti da peggior bar di Caracas, le risse camuffate da partite, tipo il derby romano di Coppa Italia, mai così vicino al calcio fiorentino”

Garlando rispolvera la figura del ragionier Luigi Bosisio, calciatore, dirigente di club, dirigente federale e arbitro. Scriveva di ginnastica per la Gazzetta, aveva giocato, poi era stato dirigente di Milan e Inter e nel 1909 fu eletto presidente della Federcalcio, intanto faceva l’arbitro.

La figura del ragionier Luigi Bosisio

Oggi, nel punto di massima conflittualità e distanza tra arbitri e calciatori può servire ricordare le origini, quando arbitro e calciatore non solo stavano dalla stessa parte, ma erano la stessa persona. Non si può ovviamente tornare indietro, ma si può andare avvampi e imparare e capire che non si arriverà da nessuna parte “se tutti non metteranno parte i propri interessi di bottega e privilegeranno il bene comune del gioco, facendo squadra, come accadeva nell’appassionato e disinteressato Bosisio, che riuniva in sé tutte le funzioni, non migliorerà mai la situazione attuale”

Dovrà esserci un nuovo patto, un nuovo impegno di rispetto delle parti che oggi non c’è

“Allenatori e giocatori dovranno recuperare le buone maniere che avevano in classe con i prof; gli arbitri rinunciare al dogma di infallibilità che spetta al Papa e all’arroganza da sceriffi. Solo così possiamo sognare stadi più civili”.

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