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Juan Jesus: «Fa ancora male. Perdere così dopo una lotta all’ultimo pallone e mezz’ora in dieci»

Su Instagram: «Uno di voi in privato mi ha mandato la foto della figlia che piange. Avrei voluto fare ridere di felicità quella bimba e con lei tutti voi»

Juan Jesus: «Fa ancora male. Perdere così dopo una lotta all’ultimo pallone e mezz’ora in dieci»
Ci Napoli 27/08/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Sassuolo / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Juan Jesus

Juan Jesus, difensore del Napoli, ritorna sulla finale di Supercoppa persa al 91′ contro l’Inter. Il calciatore ha pubblicato un post su Instagram dove esprime tutto il suo rammarico per il trofeo mancato. Fiducia però nel futuro del Napoli visto lo spirito mostrato dai compagni.

Le parole di Juan Jesus:

Fa ancora male. Perdere così dopo una lotta all’ultimo pallone e mezz’ora in dieci… Uno di voi in privato mi ha mandato la foto della figlia che piange dopo la nostra sconfitta. Fa terribilmente male! Quanto avrei voluto fare ridere di felicità quella bimba e con lei tutti voi, amici miei. Quanto avrei voluto…E invece si soffre. È lo sport: si vince, si perde, si sbaglia. Ci sta. Credo peró che si possa imparare anche da questa sconfitta e dallo spirito mostrato dai miei compagni, da quella voglia di stare insieme nelle difficoltà e combattere l’uno per l’altro. Ricominciamo da questo. Stringiamoci forte e ripartiamo. Forza Napoli!

 

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L’ha decisa l’arbitro Rapuano. Ma in Arabia il Napoli ha ritrovato l’anima e archiviato (si spera) il 4-3-3

Il vero rammarico è che a decidere la Supercoppa è stato l’arbitro. Rapuano ha diretto con due metri di arbitraggio diversi: all’inglese nel primo tempo, sorvolando su tanti cartellini gialli; molto fiscale nella ripresa in cui invece ha distribuito ammonizioni con discreta nonchalance. In questo cambio di linea, il Napoli è rimasto in dieci uomini: espulso Simeone per doppia ammonizione in pochi minuti: al 55esimo e al 60esimo. Il secondo giallo era inevitabile (un pestone ad Acerbi) ma il primo è stato senza dubbio eccessivo. Se avesse adottato anche nel primo tempo lo stesso metro della ripresa, Calhanoglu non avrebbe finito la partita.

Il Napoli ha retto anche con un uomo in meno dopo aver giocato bene in parità numerica. In dieci contro undici ha sofferto relativamente, ha chiuso tutti gli spazi. Una partita di grande concentrazione e abnegazione. A conferma che in Arabia Saudita il Napoli ha ritrovato la sua anima. Poi, però, al minuto 91, ha ceduto. Gol del solito Lautaro Martinez.

Addio 4-3-3, si spera per sempre

Ma in questo momento di rabbia e delusione (Mazzarri ha lasciato la panchina dopo il gol interista), al di là del risultato finale – che ovviamente è importante ma è stato condizionato dall’arbitraggio – la vera novità è che il Napoli torna da Riad con una serie di novità importanti. Ha ritrovato sé stesso ma soprattutto ha capito che c’è vita oltre il 4-3-3, che si può giocare senza il 4-3-3 e, anzi, è persino meglio. È una vera e propria rivoluzione che, si spera, possa avere ripercussioni sul futuro del club e della squadra. A maggio si potranno ingaggiare anche allenatori estranei al dogma del 4-3-3.

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