Sul Corsport: i nostri moralisti esteti contestano “la figuraccia” del calcio italiano che si esibisce in stadi vuoti e davanti a tifosi finti. Meglio vuoti che ricchi di stronzi.

Italo Cucci sul Corriere dello Sport dedica la sua rubrica delle lettere al razzismo nel calcio italiano, all’episodio di cui è stato vittima Maignan a Udine. Titola: “Lo scandalo è offendere Maignan non giocare la Supercoppa a Riyad”, e ancora: “La vergogna di Udine ha fatto il giro del mondo ed è già ricominciata la favola della pena esemplare dopo decenni di impunità garantita”.
Ecco che cosa scrive Italo Cucci in risposta alle lettere che ha pubblicato sul Corriere dello Sport:
Ero un giovane quarantenne quando fui invitato da un questore bolognese a far parte di una Commissione Antiviolenza da stadio. Poi pubblicai una foto di un forsennato che si sbracciava fra i tifosi allo stadio Dall’Ara e fui espulso. Il forsennato era in realtà il questore medesimo che tentava di tenere a bada i facinorosi. Quella Commissione non combinò nulla. Come le cento successive. E intanto i nostri moralisti esteti contestano “la figuraccia” del calcio italiano che si esibisce in stadi vuoti e davanti a tifosi finti. Meglio vuoti che ricchi di stronzi.
Casini (Lega Serie A) su Maignan
Come commenta i cori razzisti nei confronti di Maignan?
«È un tema molto serio. Come Serie A, abbiamo immediatamente condannato e lo facciamo perché, nella strategia di sostenibilità, la lotta contro il razzismo e contro qualsiasi forma di discriminazione è centrale. Vogliamo cancellare il razzismo dagli stadi entro il 2030: devo fare i complimenti all’arbitro Maresca e a Maignan per come ha reagito, portando all’attenzione massima quello che è avvenuto. Vorrei aggiungere, e mi sembra che non tutti l’abbiano detto, una cosa: non commentiamo l’errore di parlare di questo fenomeno solo ed esclusivamente se riferito al calcio. Il calcio non è un’isola. Se pensate alle raccomandazioni fatte all’Italia in merito alla dichiarazione del 1965 sulla discriminazione razziale, c’è un passaggio sullo sport in cui si chiede alle autorità italiane di aiutare a sviluppare sin dalla scuola una robusta consapevolezza del fenomeno per prevenire qualsiasi forma di comportamento razzista. Noi come Serie A facciamo e faremo sempre di più per impedire che chi commette questi atti si presenti di nuovo allo stadio. Ma non basta, bisogna fare di più, e questo di più non riguarda solo il calcio. È qualcosa che non solo non deve accadere, ma non deve neanche venire in mente. Lo stadio è lo specchio della società. Ripeto i complimenti a Maignan: in Bundesliga sono i tifosi che segnalano immediatamente chi si rende protagonista di questi comportamenti. In Italia siamo ancora lontani, ma immagino ci arriveremo».