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Gli ultras Inter avevano creato una onlus per imporre affari al club, politici nel cda (Il Fatto)

Gestivano accessi abusivi allo stadio, bagarinaggio, parcheggi vip, con la compiacenza dei dirigenti. La beneficenza era una copertura

Gli ultras Inter avevano creato una onlus per imporre affari al club, politici nel cda (Il Fatto)
Mg Milano 26/10/2022 - Champions League / Inter-Viktoria Plzen / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: tifosi Inter

Gli ultras avevano creato una onlus per parlare con l’Inter e imporre affari. È quel che scrive Il Fatto quotidiano che fa il punto sull’inchiesta in corso per far luce sulla Curva Nord interista.

Anatomia criminale di una curva. Sul piatto la Nord nerazzurra di Milano e un’accusa di associazione a delinquere. Indaga la Digos.

Affari, vale a dire accessi abusivi allo stadio e bagarinaggio grazie alla compiacenza di alcuni dirigenti dell’Inter (non indagati), parcheggi vip, denaro reimpiegato in sale scommesse, conti bancari, cassette di sicurezza e legami con la politica di governo. Iniziamo da qua. E da una associazione nata per organizzare eventi benefici anche in collaborazione con la comunità Exodus di Don Mazzi, ma che in realtà è solo una facciata legale dove inserire nel consiglio anche due europarlamentari, Carlo Fidanza di Fratelli d’Italia e Silvia Sardone della Lega (non indagati) “per darle più credibilità” e così parlare con i vertici dell’inter, visto che alle società di calcio per legge è vietato interloquire con gli ultras.

L’associazione è We are Milano. E secondo la Digos, almeno fino al marzo scorso, è nella piena disponibilità del direttivo della Curva Nord che la utilizza, oltre che per tenere rapporti societari anche per organizzare raccolte fondi attraverso l’investimento di denaro di dubbia provenienza e per far ottenere misure alternative ai membri della curva arrestati o condannati.

We are Milano è però solo uno dei tanti rami di azienda che secondo i pm compongono un’associazione a delinquere all’interno della Curva Nord e che può contare anche sui rapporti con il calabrese Giuseppe Caminiti, parente del narcos della ’ndrangheta Salvatore Papandrea, il quale gestisce i parcheggi vip nella pancia del Meazza. Caminiti risulta essere stato stipendiato dalla società Kiss and Fly interna a un gruppo che ha ottenuto il contratto di gestione da Mi-stadio, srl da 1 milione di euro di capitale equamente diviso tra Inter e Milan che da oltre 23 anni ha la convezione con il Comune di Milano per gestire tutto ciò che riguarda lo stadio.

Il modo di rapportarsi con la società Inter e le richieste avanzate, scrive la Digos, “segua una logica di stampo mafioso” con “tentativi di intimidazione finalizzati al raggiungimento di illeciti scopi”. Ecco allora Boiocchi al telefono con Claudio Sala, allora responsabile della sicurezza della squadra urlare: ora cambiamo tattica, adesso le cose ce le prendiamo per forza e poi vediamo cosa succede!

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