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Beckenbauer da giocatore ha cambiato il calcio, ma da allenatore era un conservatore (Guardian)

“Non è stato un gran teorico da tecnico. Come giocatore, essendo quello che era, non doveva concettualizzare”

Beckenbauer da giocatore ha cambiato il calcio, ma da allenatore era un conservatore (Guardian)
(FILES) West Germany's national soccer team coach Franz Beckenbauer (C) celebrates after his team beat the defending champions Argentina 1-0 on a penalty kick by defender Andreas Brehme in the World Cup final, 08 July 1990 in Rome. Franz Beckenbauer died aged 78 the German football association announced on January 8, 2024. (Photo by STAFF / AFP)

“Alla fine il tempo ha raggiunto l’uomo del futuro”. Beckenbauer è stato la rivoluzione del calcio, quasi a sua insaputa. Lo era e basta. Giocava per natura oltre le posizioni, era fisiologicamente avanti di decenni. Poi, però, quando s’è sistemato in panchina ha teorizzato il conservatorismo tattico. Ha vinto lo stesso. Ma il tempo s’era rimangiato la fuga. Lo scrive Jonathan Wilson sul Guardian.

“Come allenatore Beckenbauer era un conservatore, scrive Wilson. Una posizione difensiva, diceva da ct della Germania, corrisponde alla natura della Germania… restiamo bloccati. Quando Klaus Augenthaler suggerì di passare alla difesa a quattro, Beckenbauer insisteva sul fatto che “il nostro carattere, il nostro sistema” era un libero più i marcatori. Ha portato due finali di Coppa del Mondo nel 1986 e nel 1990, quest’ultima vinta, ma probabilmente ha ritardato l’avvento del pressing, portando al decennio perduto degli anni ’90 (nonostante la strana anomalia di vincere Euro 96) e al successivo riavvio”.

Da giocatore invece funzionava un po’ come Bellingham, era al di fuori degli schemi del tempo. “La gente guardava Beckenbauer e vedeva in lui un essere di un’altra epoca, e questo significava che, per molto tempo, nessuno sapeva veramente cosa pensare di lui. Era bello, carismatico e languido, un giocatore di naturale eleganza che faceva infuriare quelli che credevano che il gioco fosse una questione di operosità, sudore e corruzione. Tecnicamente era dotato. Vedeva cose che gli altri non vedevano. Aveva grazia e intelligenza”.

“Ma perché Beckenbauer sarebbe stato un grande teorico?”, si chiede ancora Wilson. “Perché lui, come allenatore, avrebbe dovuto far parte dell’avanguardia tattica? Come giocatore, essendo quello che era, senza doverlo concettualizzare, aveva cambiato il modo in cui si giocava. È emerso come un giocatore fuori dal tempo e ha reso il calcio conforme a lui”.

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