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Tare: «Io al Napoli? Non ho sentito nessuno, poi nel calcio può accadere tutto in un attimo»

Al Corsera: «Sarri è un integralista, non è uno facile, ma non ho lasciato la Lazio per lui. Inzaghi era un predestinato, studia calcio, è umile»

Tare: «Io al Napoli? Non ho sentito nessuno, poi nel calcio può accadere tutto in un attimo»
Db Torino 20/08/2022 - campionato di calcio serie A / Torino-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Igli Tare

Igli Tare, l’ex ds della Lazio, intervistato dal Corriere della Sera.

Dica la verità: è andato via dalla Lazio per colpa di Sarri?

Tare: «Assolutamente no. È stato scritto tanto su questo punto, ma non è così. Ho parlato con Lotito: dopo 18 anni era arrivato il momento di lasciarsi in modo civile, senza strappi. Sarebbe stato imperdonabile per tutti. La Lazio è nel mio cuore. Ma avevo bisogno di guardarmi intorno, studiare, conoscere altre realtà».

Però Sarri non è un tipo facile. Possibile non c’entri con questo divorzio?

Tare: «No. Lui è un integralista, è vero, uno che vuole fare le cose a modo suo, è la sua cifra, la sua caratteristica. Chi lo prende, però, lo sa, non lo può cambiare. Io non ci ho mai litigato, ma non è facile, ha un modo suo di concepire il calcio e il lavoro. Anche Lotito gli somiglia: un presidente dal carattere fortissimo. A volte ho fatto da parafulmine — fa parte del lavoro di un bravo dirigente — ma il mio matrimonio con la Lazio era arrivato al capolinea. Sarri non c’entra. Dopo tanti anni, senti la necessità di vedere altri mondi».

Quest’anno Inter e Juve sembrano di un’altra categoria.

«Sì, ci sono loro e poi il Milan e il Napoli che è cresciuto molto. Merito di un grande allenatore come Luciano Spalletti che lo scorso anno ha valorizzato tutti i calciatori».

Radio mercato dice che Tare andrà al Napoli prossimamente.

«Non ho sentito nessuno, dunque la mia risposta è no. Poi nel calcio può accadere tutto in un attimo: guardate quello che è successo in Nazionale: Mancini che va via e arriva Spalletti. Il nostro è un mondo veloce in continua evoluzione. C’entrano le offerte economiche, ovvio, ma anche i progetti di un club. Aspetto l’offerta giusta».

Simone Inzaghi, che lei conosce bene, non è più «Inzaghino». Sorpreso?

«Macché. Lui era un predestinato: tutto il giorno a studiare calcio. Era normale che si migliorasse. Lo ha fatto con umiltà e impegno e ora è un tecnico completo. Se lo merita».

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