ilNapolista

L’Atalanta batte il Lecce e spinge il Napoli all’ottavo posto

Al momento la squadra di Mazzarri è distante cinque punti dal quarto posto (Fiorentina). Diventeranno sei se il Bologna batterà l’Udinese

L’Atalanta batte il Lecce e spinge il Napoli all’ottavo posto
Db Bergamo 15/10/2022 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Sassuolo / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gian Piero Gasperini

Il sorpasso dell’Atalanta

L’Atalanta ha battuto il Lecce 1-0 (gol di Lookman) e il Napoli è scivolato all’ottavo posto. Al momento gli azzurri sono a cinque punti dal quarto posto (occupato dalla Fiorentina a 33 punti). Bisogna aspettare la partita del Bologna a Udine (in campo alle 15) per capire se il distacco salirà a sei punti. In ogni caso il Napoli dopo 18 partite è fuori non solo dalla lotta scudetto ma anche dalla zona Champions. Dello scudetto ormai non parla più nessuno, si sono arresi anche gli ultimi resistenti: l’Inter è diciassette punti più. I nerazzurri di Inzaghi sono a quota 45, la Juve (che deve ancora affrontare la Roma) è a quota 40, il Milan a 33 (gioca oggi contro il Sassuolo), poi la Fiorentina a 33, il Bologna a 31, l’Atalanta appunto a 29, e quindi Roma e Napoli a 28 (la Roma in vantaggio sia negli scontri diretti sia per differenza reti).

La squadra di Mazzarri deve guardarsi anche le spalle perché la Lazio ieri ha battuto il Frosinone per 3-1 ed è salita a 27 punti. A meno di tracolli clamorosi, le rivali del Napoli sono terminate. Non dovrebbero più essercene in chiave Champions. Più giù c’è il Torino a 24 punti ma con tutta la simpatia per i granata non riusciamo ancora a considerare gli uomini di Jurci rivali del Napoli. Almeno per il momento.

Il Napoli è sparito, nove partite non sono bastate a Mazzarri (Corsport)

Il Napoli è sparito, tranne rare apparizioni orgogliose, e mentre stanno scorrendo i titoli di coda su uno dei romanzi più avvincenti del calcio contemporaneo, con uno 0-0 piantato nell’erba, le domande s’inseguono ribelli: quando il “cholito” Simeone si alza dalla panchina rimane poco, 5′ effettivi e il recupero (che sarà di 7′), senza che ci sia un ragionevole perché. E pure prima, su quel Napoli che Mazzarri non è riuscito a personalizzare nelle sue nove partite, gli interrogativi si sprecano: il Monza, standosene dietro la linea del pallone, s’è accontentato di non farsi del male, ha giochicchiato senza deferenza ma con prudenza, certo ha imprecato per aver buttato via – e in che modo – il rigore di Pessina (al primo errore), ma almeno si è costruito un bel Capodanno, mentre a Mazzarri restano i rimorsi.

Mazzarri sta completando l’opera di demolizione del giocattolo Napoli (Gazzetta)

Per aggiustare il giocattolo è stato chiamato a novembre Walter Mazzarri, che invece sta completando l’opera di demolizione iniziata da Rudi Garcia. Viene quasi il sospetto che, al di là delle responsabilità di De Laurentiis, il problema sia in campo più che in panchina, ossia in giocatori che non sono più in grado di esprimersi nemmeno su livelli sufficienti. Spalletti evidentemente aveva capito tutto. Però gli allenamenti servono proprio a questo: a mettere a posto le cose che non funzionano, a trovare il modo di sfruttare le qualità individuali in un collettivo organizzato, a far crescere la condizione. Il Napoli, invece, è sempre lo stesso: sgangherato, confuso, incerto, molle. 

ilnapolista © riproduzione riservata