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Nel film di Cortellesi l’errore di De Laurentiis con Garcia: «Non devi picchiarla sempre, sennò si abitua»

Per quanto tempo può durare il commissariamento? O il presidente si affida al francese o lo esonera. In quel caso perderebbe un perfetto Malaussene

Nel film di Cortellesi l’errore di De Laurentiis con Garcia: «Non devi picchiarla sempre, sennò si abitua»

L’ERRORE DI DE LAURENTIIS CON GARCIA

Per quanto tempo ancora potrà andare avanti questa scena grottesca di De Laurentiis che sovrintende agli allenamenti del Napoli? Con resoconti – preferibilmente da leggere o ascoltare con la voce dei cinegiornali Luce – che sottolineano il potere taumaturgico della figura presidenziale. La sola imposizione della sua figura sarebbe in grado di ridare nuova linfa ai calciatori del Napoli. È una versione ridicola ma è quel con cui siamo costretti a fare i conti da circa tre settimane, ossia da quando De Laurentiis incappò nella figuraccia di delegittimare pubblicamente il suo allenatore. Avvenne alla Luiss. Seguì una estenuante (nel senso di infinita) conferenza stampa che fu un tentativo di battere il record mondiale di arrampicata sugli specchi. La colpa ovviamente venne attribuita ai giornalisti cattivoni rei di voler sminuire la figura di Garcia (sai quanto gliene frega ai giornalisti, ma vabbè).

In quei giorni Antonio Conte era molto più di un pensiero stupendo, sembrava sull’uscio di Castel Volturno, i due si videro ma l’accordo non fu raggiunto. Da quel momento è partito il commissariamento di Garcia. Una sorta di guida tecnica a doppia firma. Certamente imbarazzante per il malcapitato francese che però pubblicamente non ha mai fatto una piega, anzi ha sempre ostentato sicurezza e ha ripetuto fino alla noia che lui non ha mai avuto problemi e che, anzi, a Napoli si trova ogni giorno meglio. Non dimentichiamo che Garcia è di Nemours paesino francese del Nord che ha dato i natali a un vero e proprio mostro sacro di equilibrio sul filo: quel Philippe Petit genio assoluto del Novecento che andò da Torre gemella a Torre gemella sospeso nell’aria in una impresa straordinaria.

Fatto sta che De Laurentiis di allenamenti ne ha persi pochini. Addirittura i media hanno attribuito al presidente e alla sua discesa negli spogliatoi nell’intervallo contro il Milan le sostituzioni che hanno scosso il Napoli fino al raggiungimento del pareggio sul 2-2. Siamo ben oltre la delegittimazione. Per non parlare dell’indomito Adl che resiste sotto la pioggia battente al contrario del francese che rientra negli spogliatoi lasciando al suo staff il compito di terminare la seduta.

Sovrintendere quotidianamente al lavoro dell’allenatore, fin quasi a sovrapporsi, a nostro avviso produce il risultato opposto. Non blinda affatto il tecnico. Anzi. È un atteggiamento che trasmette una sensazione di insicurezza e di mancanza di fiducia in Garcia. E sminuisce (a dir poco) la sua autorità di fronte ai calciatori. Ovviamente il francese è libero di dire ciò che vuole, ma ci sembra una situazione fin troppo chiara.

De Laurentiis, con le dovute differenze, ci ricorda il dialogo del suocero di Paola Cortellesi col figlio Mastandrea nel film “C’è ancora domani”. Quando il suocero, in un momento lirico tra dramma e commedia, dice al figlio che non può picchiare sempre la moglie. Non per altro ma perché «in questo modo lei si abitua» e finisce con l’ottenere l’effetto contrario. Il figlio avrebbe dovuto prendere esempio dalla sapienza del padre che picchiò una sola volta la moglie, ma per bene, in modo da intimorirla a vita.

Siamo più o meno sulla falsariga del film di Paola Cortellesi. Ma non siamo in un film. È la realtà del Napoli – ovviamente senza violenze (di questi tempi è sempre meglio precisarlo) – densa di continui confronti negli spogliatoi, umori neri. Voci grosse che eccitano soprattutto i media. Finisce che Garcia si abitua. Si è già abituato. Sono misure (siparietti direbbe qualcuno) destinati a non produrre alcuna conseguenza. I confronti post-partita ci ricordano la mezz’ora di 32 dicembre: un cult del nostro cinema.

De Laurentiis deve decidersi: o conferma Garcia, e in questo caso si affida al lavoro dell’allenatore senza commissariamento. Oppure prende il coraggio a due mani e decide di cambiare guida tecnica. In questo caso, però, sappia che domani qualcuno a Napoli comincerà a cercare strade alternative per risalire al responsabile di questa situazione. Perché fin qui Garcia si è anche rivelato un perfetto signor Malaussene, un capro espiatorio come in giro non se ne trovano.

Napoli, infatti, resta città singolare. Per un decennio ha considerato De Laurentiis qualcosa di molto simile al male assoluto. Lo ha contestato fino a Napoli-Milan 0-4, con oltre quindici punti di vantaggio in classifica, cioè scudetto di fatto già vinto. Poi, però, da un giorno all’altro, e da una fotografia all’altra, il signor Aurelio è stato santificato. E ancora lo è. Nonostante da mesi stia portando il Napoli a sbattere, nessuno osa dirgli mezza cosa. È diventato un intoccabile. Per tutti. Ultras, giornalisti, gran parte dei tifosi non organizzati. It’s Napoli, stupid.

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